L’idromele
è una bevanda ricavata dalla fermentazione del miele essa, per lungo tempo, è
stata considerata la bevanda degli Dei questo anche in virtù del fatto che
la fermentazione del miele ha dato origine a un infuso alcolico fra più antichi
del mondo.
Più remoto
persino della birra, l’idromele è una bevanda alcolica a base di tre soli
ingredienti: acqua, miele e lievito. Proprio perché si tratta di un prodotto
soggetto a fermentazione, si potrebbe aggiungere un quarto ingrediente, il
tempo. Ai giorni nostri si possono ottenere variazioni sulle ricette originali
aromatizzando la bevanda che produciamo con essenze speziate, aromi floreali
e/o frutta a seconda del proprio gusto e del proprio piacere.
Alcuni
rilievi ci dicono che una bevanda molto simile all’idromele era già stata
descritta all’epoca dell’Antico Egitto, ma la sua esistenza è testimoniata
anche da reperti riscontrati nell’Antica Grecia, nella Scandinavia dei Vichinghi e
nell’Inghilterra dei Celti.
Pare
che in molti ‘paesi d’Europa fosse consuetudine regalare alle coppie di giovani
sposi dell’idromele in quantità sufficiente da poter bastare per l’evoluzione
di un’intera fase lunare così che essa avrebbe potuto essere di buon
auspicio per la procreazione. La bevanda, infatti, era considerata un ottimo
tonico oltre che una bibita energetica la quale avrebbe potuto sicuramente
aiutare i novelli sposi a fare figli.
Essendo
derivato dalla fermentazione del miele l’idromele è famoso anche per le sue
numerose proprietà nutraceutiche, sempre se consumato con moderazione, che gli
derivano proprio dall’importante valore nutrizionale tipico della sostanza da
cui lo si ricava. Il suo contenuto in alcol, infatti, contribuisce a mantenere
inalterate tutte le sue proprietà rendendolo un’importante fonte di benessere e
di energia. L’idromele, per l’appunto, si ricava a partire dal miele un
alimento capace di conferirgli un’importante ricchezza in sali minerali, vitamine
(particolarmente quelle del gruppo B), e oligoelementi. Esso, inoltre, possiede
proprietà antinfiammatorie e antimicrobiche.
La
bevanda acquisirà, nel corso della sua preparazione, aromi, sentori e profumi
tipici della tipologia di miele (tiglio, castagno, millefiori, acacia etc.
etc.) che si è scelto di utilizzare per la sua preparazione. Oltre alla
tipologia del miele che si intende adoperare è importante la qualità dello
stesso; il consiglio è quello di non servirsi di un miele di scadente qualità
ma di prediligere sempre un miele del territorio, di vicinanza e se possibile
prodotto da un apicoltore serio e conosciuto.
La
preparazione consiste nel miscelare un chilo di miele in 4,5 lt di acqua (è
preferibile usare acqua con bassa concentrazione di carbonati), portando la
soluzione a 70° si ottiene la pastorizzazione del miele e si eliminano
eventuali lieviti in esso presenti, lieviti che potrebbero alterare le qualità
finali del nostro idromele intervenendo nel processo di fermentazione. Una
volta terminata questa operazione si sarà ottenuto un mosto al quale aggiungere,
dopo averlo velocemente raffreddato (portandolo a 20°C e dopo averlo travasato
nel fermentatore), del lievito di birra ad alta fermentazione (di quelli
comunemente usati per birrificare). La scelta del lievito è molto importante
poiché esso inciderà in maniera decisiva selle qualità finali del prodotto.
Prima di inoculare il lievito in soluzione è bene misurare con un densitometro
la densità iniziale del mosto ottenuto, così da poterla confrontare con quella
finale (la si ottiene dal mosto al completamento della fermentazione -ormai divenuto idromele-) ciò ci
consentirà di poter calcolare la gradazione alcolica finale del nostro idromele.
Dall’avvio
della fermentazione al completamento della stessa fino all’imbottigliamento tutte
le procedure sono identiche a quelle da seguire per la produzione della birra
casalinga, per questo motivo vi rimando al link del post pubblicato su questo
blog:
https://leapidimaurizio.blogspot.com/2022/02/produrre-birra-casa-propria.html
Se si
desidera ottenere una bevanda ferma una volta completata la fermentazione essa
potrà esser direttamente imbottigliata, in caso contrario (se desiderassimo un
idromele frizzante) si dovrà prelevare un quantitativo di mosto (dal mosto a
cui non abbiamo ancora aggiunto il lievito) pari al 5% della quantità totale,
conservarlo in frigorifero ed aggiungerlo all'idromele quando questo ha completato
la fermentazione (quindi è già idromele finito) e successivamente
imbottigliare. Il prodotto finale va lasciato maturare al fresco e al buio di
una cantina per un periodo di almeno 4/6 mesi prima di poter essere degustato.
Nella preparazione dell’idromele vanno rispettate tutte quelle regole igieniche
che troverete sempre nel post indicato nel link di cui sopra o nel testo del libro qui a fianco.
Buona
bevuta. Prosit!
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