mercoledì 6 luglio 2022

IN APIARIO A LUGLIO

 

Nel mese di luglio si assiste ad una progressiva e continua riduzione delle fioriture di interesse apistico. Le nostre bottinatrici si sono ormai sfiancate, avendo volato di fiore in fiore, nell’interminabile lavoro di bottinatura di polline e nettare dopo una lunga stagione iniziata sul finire di marzo e proseguita freneticamente fino ad ora quindi, per loro, adesso inizierà un giusto e meritato periodo di riposo mentre per noi apicoltori è finalmente giunto il tempo di iniziare il raccolto di quella parte di ottimo miele che le nostre api ci hanno riservato. Ancora una volta ci terrei a sottolineare come la parte di miele destinata a noi è solo e unicamente quella contenuta all’interno dei melari, sconsiglio vivamente di raccogliere anche il miele contenuto all’interno dei favi da nido sperando poi che la somministrazione di un semplice e banale sciroppo possa compensare il danno che questa ingiustificata pratica arreca alle nostre famiglie rischiando di compromettere gravemente la loro sopravvivenza.


Purtroppo, sempre più di frequente capita di sentire che alcuni apicoltori s’impossessano anche dei due o tre telai laterali, con riserve di miele, stivati all’interno del nido per poi tornare successivamente in apiario, nei giorni seguenti, a posizionare grandi bidoni contenenti sciroppo pensando di compensare questa pratica irresponsabile, scordandosi che il miele, non lo zucchero, è l’alimento migliore per consentire alle api un corretto, sano e sereno invernamento.

La raccolta dei melari è consigliata non più tardi della metà del mese di luglio in quanto più in là si andrà nel tempo e più aggressive si mostreranno le api nei nostri confronti senza scordare che una raccolta tardiva rischierebbe, inoltre, di scatenare deleteri saccheggi. Per eseguire il lavoro di ritiro dei melari è consigliabile scegliere una giornata soleggiata, preferendola a giorni di tempo instabile e forte vento e limitando al massimo l’uso dell’affumicatore durante questa pratica, in quanto il fumo potrebbe danneggiare gravemente il gusto e le qualità del miele che stiamo per raccogliere.

La metà di luglio è anche una data importante per iniziare i trattamenti di contenimento della varroa che in questo periodo della stagione raggiunge le sue massime concentrazioni all’interno dell’alveare. I trattamenti, ovviamente, vanno iniziati al più presto: subito dopo aver ritirato i melari. Queste cure di contenimento della varroa non vanno lasciate né al caso e nemmeno all’inventiva personale: è bene seguire i dettami dell’associazione apistica di appartenenza utilizzando prodotti comunemente disponibili in commercio.

In laboratorio ci aspetta l’importante lavoro di smielatura: controlliamo il grado di umidità del miele e, nel caso sia intorno al 16%, potremo iniziare a disopercolare i telaini e quindi a centrifugarli per poi travasare il prezioso raccolto nel tino di decantazione per 10/12 giorni prima di poterlo invasettare. Un miele che avesse percentuali di umidità pari e/o superiori al 18% va, prima di essere trattato, deumidificato per evitare che una volta invasettato possa andare incontro a spiacevoli fenomeni di fermentazione.

Contestualmente alla fine della stagione apistica inizia, paradossalmente, anche l’inizio della fase d’invernamento durante la quale le nostre amiche inizieranno a stivare all’interno del nido le provviste che serviranno loro per sopportare il lungo e freddo periodo di carestia invernale.

In queste giornate di metà luglio le fioriture della santoreggia, della piantaggine maggiore, del coriandolo, dell’angelica selvatica, della palma, dell’evodia Danielli, qualora si abbia avuto la precauzione di mettere a dimora in prossimità dell’apiario alcuni esemplari di tale specie botanica, ed altre ancora forniranno, alle nostre laboriose operaie, provviste utili da stivare in “cascina”.

Non dimentichiamoci di sorvegliare il nostro apiario anche in questo momento della stagione e di tanto in tanto soffermiamoci a valutare il peso dei nostri alveari e le provviste in essi contenute, nel caso le ritenessimo scarse nessuno ci potrà vietare di somministrare, a quelle famiglie con minori provviste, dell’ottimo sciroppo addizionato con vitamine, proteine e sali minerali, per uso apistico, che si trovano comunemente in commercio. Questa provvidenziale e inaspettata aggiunta di risorse non potrà che fare piacere. L’aggiunta di sciroppo è comunque buona cosa praticarla all’imbrunire per evitare di scatenare l’insorgenza di pericolosi saccheggi.

Alla fine del nostro lavoro in laboratorio regaliamo qualche piccolo vasetto di ottimo miele ai nostri vicini che hanno condiviso con noi, nell’arco della stagione, il nostro lavoro e quello delle infaticabili operaie alate perché un buon miele è come la buona musica: addolcisce l’anima, tempra lo spirito e rafforza l’amicizia.




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