mercoledì 24 agosto 2022

IN APIARIO A SETTEMBRE

Ormai da diversi anni l’ape, così come altre differenti specie animali, è riuscita perfettamente ad adattarsi a vivere in due ambienti distinti e diversi fra loro: nel verde dei campi e tra il cemento delle città. Questa situazione fa sì che ad oggi siano sempre di più le persone che si dedicano all’apicoltura all’interno dei confini dei quartieri della propria città.

Le api hanno così imparato ad impossessarsi degli spazi verdi urbani (giardini pubblici e privati e grandi parchi cittadini), mentre i tetti, i terrazzi dei palazzi e le grandi aree dismesse sono diventati la sede di innumerevoli piccoli apiari.

Paradossalmente il contesto urbano con le sue molteplici fioriture presenti nei giardini, nei balconi, nei grandi parchi e nelle bordure delle aiuole lungo lo scorrere dei numerosi viali alberati, offre alle api una biodiversità, attualmente, difficilmente reperibile nelle campagne, mentre l’assenza di pesticidi e diserbanti rende il loro pascolo decisamente più salubre e salutare (la mortalità dovuta a cause da intossicazione da fitofarmaci nelle api di campagna è pari circa al 40% contro il 3% di quelle di città).


La presenza di questa grande diversità di nettari fa sì che le regine siano più forti e più feconde, capaci di far sviluppare colonie decisamente più robuste e più sane. Infine, le temperature meno rigide rispetto alla campagna e il prolungarsi delle fioriture, legato ad una più ampia biodiversità, lasciano alle api maggior tempo per bottinare e per stoccare riserve di miele nei loro alveari.

Di questo inaspettato adattamento urbano sono delle vere e proprie testimonial le api dei miei tre alveari situati nel centro di Sesto San Giovanni città che nel dopoguerra, grazie ad un enorme sviluppo industriale, ha contribuito in maniera sostanziale a sostenere la ripresa e il boom economico della fine degli anni cinquanta e inizio anni sessanta. Oggi a Sesto grandi fabbriche non ce ne sono più ma rimangono, purtroppo, i segni della insostenibile antropizzazione frutto di politiche scellerate e poco lungimiranti dei tempi passati. Fortunatamente molte delle aree dismesse, in precedenza occupate dalle grandi industrie, sono state destinate a verde urbano tanto che ora Sesto San Giovanni (assieme ad altri comuni limitrofi) può vantarsi di essere una delle città che ha dato i natali, oltre ad altri grandi parchi, al Parco Nord considerato la zona verde urbana fra le più grande d’Europa.


Proseguendo su questa politica di risanamento ambientale il comune di Sesto si è fatto, inoltre, promotore di una singolare e importante iniziativa favorendo il progetto: “Apicoltura nei parchi cittadini” grazie al quale ha dato, ad appassionati apicoltori, la possibilità di poter collocare degli alveari nel Parco rurale di Cascina Gatti e nel Parco Media Valle del Lambro. Questo importante progetto si completerà in settembre con la creazione di “Apistrada” un percorso nel verde lungo il quale innumerevoli arbusti, con rilevante fioritura mellifera, la faranno da padroni. Codesto nobile programma si propone l’obiettivo di promuovere la biodiversità, l’educazione ambientale e il miglioramento della qualità dell'habitat urbano.


A uno dei corsi d’apicoltura che ho tenuto qualche anno fa, proprio al Parco Nord, ho conosciuto Gianpiero, che dimostrò da subito grande interesse e passione per quest’affascinante disciplina, tanto che dalla teoria passò ben presto alla pratica procurandosi le prime famiglie d’api da allevare. Gianpiero e l’amica Cristina, che nel 2011 frequentò il corso di apicoltura presso la Scuola di Agraria del Parco di Monza, hanno ottenuto l’assegnazione di un’area di circa 50 mq all’interno del Parco di Cascina Gatti dove hanno potuto collocare la loro bellissima postazione. Cristina e Gianpiero utilizzano arnie top bar che costruiscono personalmente in quanto, sostiene Gianpiero, “facilitano la gestione poiché non richiedono spazio per immagazzinare i melari e i telai, mentre il procedimento di smielatura è semplificato perché non richiede l’utilizzo di una centrifuga e di un banco disopercolatore.” “Questo modello d’arnia”, prosegue Cristina, “è particolarmente rispettoso del benessere dell’ape siccome consente alle famiglie di costruire i favi nel modo a loro più congeniale, rispettando gli spazi e i dettami necessari per creare un ottimo confort all’interno del proprio nido. Questa scelta di utilizzare arnie top bar per l’allevamento delle nostre api”, concludono i due, “ci è permessa grazie al fatto che pratichiamo l’apicoltura per hobby e anteponiamo alla produzione di miele il benessere delle api e la tutela dell’ambiente cercando di preservare le api e salvaguardare la biodiversità.”

Con quest’altra bella storia di api e di apicoltori siamo ormai arrivati al mese di settembre. I temporali di fine agosto hanno rinfrescato l’ambiente e portato acqua nei campi ed ecco così comparire le prime importanti fioriture di fine estate/inizio autunno, le asteracee, la clematide, l’origano comune, la passiflora, la prunella, la verbena, la veronica, il tiglio Henryana ed altro ancora con la comparsa, sul finire del mese, anche della fioritura dell’edera. Tutte queste nuove inflorescenze porteranno nettare e polline alle nostre api provate da un periodo discretamente lungo di “carestia”. Soppesando le casse potremo così decidere se poter o meno interrompere l’alimentazione di sostegno (praticata a luglio e agosto per sopperire alla scarsità di pascolo) per evitare che nei favi venga stivato un surplus di miele che sottrae spazio alla deposizione della regina. A fine luglio avremo sicuramente fatto i trattamenti per l’abbattimento e il contenimento della varroa ma questo non ci autorizza a non monitorare lo stato di salute dei nostri alveari. 

Perdiamo un po' di tempo e soffermiamoci a osservare l’andirivieni delle nostre api guardando la porticina di volo; il loro comportamento parla e se ci saremo comportati bene esse saranno più che felici di comunicarci il loro perfetto stato di benessere. Se non lo abbiamo ancora fatto ricordiamoci di stivare i melari nel magazzino dopo averli protetti dalla tarma della cera e di ripulire tutte le attrezzature per la smielatura che impiegheremo, si spera per un grande lavoro, nella prossima stagione. Settembre è anche il mese per cominciare a tirare i remi in barca e fare una prima valutazione sull’andamento della stagione appena passata, cercare di capire gli errori fatti per non ripeterli e annotare ciò che di buono abbiamo compiuto per utilizzarlo come punto di partenza, per migliorare la nostra attività, nella stagione a venire. Compilare un diario con lo storico delle tante stagioni che abbiamo sulle spalle ci permetterà, rileggendolo, di evitare di ripetere tutti quegli atteggiamenti sbagliati che hanno compromesso in parte o del tutto la nostra attività negli anni trascorsi. La storia si sa, è un’ottima maestra di vita, purtroppo però molto spesso non ha alunni!

Vi saluto con affetto, mentre sto camminando idealmente su questa splendida, colorata e fiorita “Apistrada” che spero conduca in quel posto ricco di apicoltori che hanno scelto di anteporre il benessere e la salute dell’ape al solo e semplice profitto!



 Un apicoltore in vespa acquista la tua copia

 

 




 

 

 

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