venerdì 30 settembre 2022

IN APIARIO A OTTOBRE

 

Con l’arrivo del mese d’ottobre ci siamo lasciati alle spalle un’altra stagione consapevoli, comunque, che ci porteremo appresso anche per il tempo a venire i soliti problemi: l’instabilità di un clima ormai sempre più condizionato dal cambiamento climatico che compromette il normale sviluppo della flora e delle fioriture stagionali; l’inquinamento da fitofarmaci (diserbanti, antiparassitari etc.), che danneggiano seriamente la salute delle nostre api; la riduzione della biodiversità dovuta al sempre più crescente numero di terreni sottratti alla propria vegetazione e destinati alle monocolture e alle colture intensive cosa, quest’ultima, responsabile fra l’altro, anche di un impoverimento dei pascoli.

Di fronte a uno scenario così catastrofico come può comportarsi l’apicoltore? Penso che la cosa più importante che ci rimanga da fare, per fronteggiare codesta situazione, sia indubbiamente quella di preservare, nel migliore dei modi, il nostro capitale: le api, la nostra vera forza lavoro!

Perciò direi che, giunti a ottobre, per raggiungere questo scopo come prima cosa, bisognerebbe proprio cominciare a pensare d’invernare nel modo migliore le nostre instancabili operose operaie.

. L’autunno è il periodo propizio nel quale sia le api che il loro custode devono provvedere in maniera attiva a creare le condizioni migliori per garantire e garantirsi un ottimo invernamento. In questo momento della stagione le temperature iniziano progressivamente e gradualmente a diminuire, mentre la vegetazione beneficia delle ultime belle e tiepide giornate anche se le ore di luce si riducono sensibilmente. Le api riescono ancora a rafforzare le loro scorte bottinando sulle ultime fioriture quali: l’edera, trifoglio, la calluna, l’erica e poco altro ancora. L’apicoltore attento dovrà comunque monitorare lo stato di provviste accumulate dalle proprie colonie e nel caso in cui dovesse ritenerlo insufficiente, deve provvedere a somministrare loro un’alimentazione di sostegno elargendo sciroppo ad alta concentrazione zuccherina (un litro d’acqua per due chili di zucchero). Per un buon invernamento è necessario che vi sia una quantità di provviste di almeno 20/25 kg. Portare a svernare una famiglia forte è una condizione favorevole perché in essa il glomere sarà comunque in grado di spostarsi da un lato all’altro dell’alveare per raggiungere le riserve di cibo. Non di rado capita, infatti, di trovare alla primavera famiglie morte per fame con ancora la presenza di tanto miele all’interno del nido. In linea generale penso che sia sempre meglio portare a far passare l’inverno una famiglia forte piuttosto che due deboli, una colonia forte, infatti, consuma meno miele rispetto a due deboli.

Se nelle nostre visite in apiario dovessimo notare alcune famiglie non in grado di “convincerci” saremo autorizzati a una rapida e veloce ispezione da effettuarsi sicuramente in una giornata soleggiata con clima ancora dolce. In questo caso controlleremo lo stato sanitario della colonia, ispezionando quadro per quadro, per osservare la qualità della covata, ricercare la regina, valutare la presenza di riserve sia di polline sia di miele. Se durante l’ispezione dovessimo trovare favi privi di scorte e non presidiati potremo rimuoverli riducendo, così, il volume dell’alveare grazie all’introduzione di un diaframma; questa pratica consentirà alle api di risparmiare energia, quindi di aver esigenza di un minor consumo di cibo per riscaldare il nido. L’apicoltura, infatti, è un esercizio di costante “modulazione” del volume dell’alveare perché questo si adatti a quello della colonia in esso ospitata, per far sì che le api si trovino sempre in uno spazio contenuto e al caldo. È importante che i favi siano più pieni possibile, con un’abbondante superficie di miele, così da permettere al glomere di rimanere nello stesso spazio se il clima e freddo e l’inverno è duro.


A ottobre è giunto anche il momento, se ancora non l’avessimo fatto, di ridurre la porticina d’ingresso con l’apposita rastrelliera metallica per impedire l’intrusione nel nido da parte di lucertole e/o topolini di campagna in cerca di un tiepido rifugio in cui trascorrere l’inverno e al contempo per ridurre i flussi di aria fredda all’interno del nido. Proteggiamo l’alveare dalle dispersioni di calore che avvengono in modo particolare nella sua parte più alta, mettendo all’interno del coprifavo del tessuto non tessuto o dei panni di pile o altro materiale con potere coibentante. Qualcuno a questo scopo utilizza anche composti coibentanti con fogli di alluminio così da riflettere, verso l’alveare, i raggi di calore infrarossi prodotti dalla contrazione muscolare delle api in glomere. Dobbiamo pensare però che il vero nemico delle nostre api non è tanto il freddo quanto piuttosto l’umidità per cui sinceriamoci che intorno ai nostri alveari non vi siano sterpaglie in grado di alterare la circolazione dell’aria provocando le condizioni per un ristagno e la formazione di umidità.

Un altro nemico da cui difendere le nostre api è il vento, particolarmente il vento freddo che scende dal nord, per cui se non avessimo provveduto per tempo alla protezione delle nostre casette predisponendo delle siepi perimetrali pensiamo di farlo ora posizionando delle utili barriere frangivento a loro protezione.

Verso il finire del mese di ottobre nelle regioni a clima meno temperato se si dovesse osservare assenza di covata, all’interno dell’alveare, sarebbe bene pensare di effettuare i trattamenti, di fine stagione, per il contrasto alla varroa.

Purtroppo la situazione attuale ci spinge a pensare con diffidenza e con sospetto alla prossima stagione che verrà, ma se la buona pratica apistica ci avrà permesso di preservare al meglio la nostra vera “forza lavoro” allora potremo pensare alla stagione che verrà con un pizzico di ottimismo in più e le forti famiglie che siamo riusciti a portare a primavera sicuramente, ancora per una volta, ci permetteranno di partire in pole position e di sperare che la nuova stagione apistica sia finalmente e veramente quella buona e piena di successo! 












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