L’associazione Artur, infine, si prodiga in maniera eccellente nell’aiutare i ragazzi in difficoltà. Giovedì mattina, quindi, siamo andati a sentire la testimonianza di Don Maurizio Patricello a Caivano e nel pomeriggio abbiamo visitato la “Cooperativa seme di pace umana” che comprende la Comunità per ragazze maltrattate dai 13/14 anni ai 18 anni ed è anche la sede amministrativa. Essa era una villa in mano alla camorra che veniva utilizzata per fare feste, dopo di che lo stato la requisì e rimase in disuso per anni, fino a quando questa cooperativa la prese in mano per creare un punto di riferimento e di aiuto per le persone in difficoltà, sia benestanti sia delle periferie di Napoli. Sono molto contenta che edifici come questa villa vengano recuperati e affidati a persone che ne possano fare un punto di rifermento per chi ne ha bisogno. Però mi è piaciuto, soprattutto, visitare la comunità e poter parlare con alcune ragazze.
Questo
mi ha stranamente impressionato poiché avevo in mente un’idea completamente
differente di comunità: ero infatti convinta che queste fossero dei casermoni
enormi dove ognuno era relegato nella sua stanza con scanditi gli impegni comuni;
invece, mi sono trovata difronte una “famiglia” dove tutti hanno un compito da
condividere con gli altri. Nonostante ci
vivano ragazze con storie difficile alle spalle ho trovato il posto come un
luogo familiare e accogliente, dove queste giovani possono sentirsi al sicuro e
protette. Della testimonianza di Don
Maurizio Patricello mi ha colpito la sua forza e il suo coraggio di continuare
a stare in quel quartiere nonostante avessero tentato di ucciderlo. Il suo modo
di fare e di affrontare la verità difronte a tantissime persone, essendo
comunque consapevole di esporsi tanto da poter anche rischiare la propria vita,
è un incentivo a non lasciarsi sopraffare dalla paura per continuare ad aiutare
il prossimo.
Venerdì
siamo andati sull’isola di Procida dove, in mattinata, abbiamo avuto un
incontro con l’Amministrazione comunale, gli operatori dell’accoglienza diffusa
dei richiedenti asilo della coop. soc. LESS e con le famiglie accolte. Abbiamo
trovato delle persone immigrate ognuna con una sua storia particolare alle
spalle che, sostenuti e aiutati dagli operatori, cercano di rifarsi una vita.
Abbiamo anche avuto il tempo per acquistare dei souvenir prima di decidere, nel
pomeriggio, se andare in spiaggia oppure recarci al Palazzo d’Avalos dal quale
si poteva vedere tutta l’isola.
La
giornata di sabato, invece, è stata strutturata diversamente rispetto al resto
della settimana, questo perché alcuni di noi (io ad esempio) al mattino avevano
laboratorio, perciò i ragazzi che non erano impegnati sono andati all'università Federico II per
seguire il Corso di Perfezionamento
“Multiculturalismo, Diversità
Linguistica e Inclusione Sociale: Prospettive Teoriche,
Cognitivo-Acquisizionali e Sociolinguistiche”. Nel pomeriggio, invece, non
avendo attività programmate con alcune mie compagne abbiamo passeggiato per la
via che da Piazza Garibaldi porta fino a Piazza Plebiscito per ammirare la
città, le sue particolarità e anche per assaggiare le sue tipicità.
Domenica
abbiamo fatto visita al Centro Mammut di Scampia: una volta arrivati nella
piazza principale i responsabili ci hanno spiegato un po’ cosa facevano e lo
scopo che aveva la loro attività. Dopo di che ci hanno divisi in due gruppi,
uno aveva il compito di spiegare i giochi ai bambini e di giocare con loro,
l’altro gruppo si è occupato di colorare un murales al centro della piazza che
poi sarebbe stato utilizzato, la settimana successiva, per creare giochi per i
bambini. A Scampia abbiamo passato la giornata dalle 9:00 circa del mattino
fino alle 17:00 di pomeriggio e per raggiungere la piazza siamo passati in
mezzo a questi palazzi soprannominati “Le Vele” proprio per la loro struttura.
Questo è il quartiere più vecchio della città che è abitato, ancora, da persone
povere. La giornata di domenica è stata interessante perché ho avuto
interazioni con tanti bambini napoletani e così ho potuto conoscere un po’ di
più i loro modi di fare e di comportarsi sia con i pari che con gli adulti: è
importante il lavoro che questa associazione fa per riunire i giovani, sia
della città ma anche dei dintorni, creando attività che creino aggregazione.
Un’altra cosa che mi è piaciuta di questo luogo è il fatto che abbiano
conservato gli edifici antichi senza abbatterli per facilitarne la costruzione
di nuovi mantenendo così il filo storico della città.
Lunedì
mattina abbiamo avuto un incontro con l’Equipe di “Educativa di Strada”
dell’Associazione Quartieri Spagnoli e dopo averci spiegato di che cosa si
occupano, ci hanno portato in piazza del Monte Calvario per faci vedere e darci
la possibilità di partecipare in prima persona alle attività di strada
organizzate dai bambini/ragazzi stessi e anche quelle strutturate da loro in
modo tale che i ragazzini non giochino sempre a pallone. È stato divertente ed
educativo poter osservare dal vivo come i ragazzini si comportavano nella
piazza e come si approcciavano all’educatore quando egli proponeva una certa
attività. La storia che c’è dietro ai Quartieri Spagnoli e il lavoro che questa
associazione fa per i ragazzini che abbandonano la scuola troppo presto o che
hanno problemi di vario tipo, è estremamente importante e fondamentale per la
vita di tanti giovani.
Per
concludere, tornando in treno, ho pensato a questo viaggio nel suo insieme
e posso dire che non è stato solo di
apprendimento ma anche di crescita personale. Ho trovato un gruppo di amici
fantastici e ho vissuto esperienze molto arricchenti, per questo lo consiglio
vivamente agli studenti che l’anno prossimo sceglieranno questo corso.
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