Il mese di giugno per
noi apicoltori e per le nostre api è sinonimo di grandi e abbondanti fioriture
mellifere, di conseguenza esso diviene un mese di grande attività in apiario
sia per noi sia per le nostre operaie alate. Cerchiamo così di individuare quali
sono i compiti che ci aspettano in questo mese affinché si riesca a ottenere
una buona raccolta di miele garantendo allo stesso tempo anche il benessere
delle nostre api.
Nel mese di giugno l'operosità degli abitanti dei nostri alveari è caratterizzata da un’attività a dir poco “effervescente” e all’interno del nido la popolazione di api ha ormai raggiunto il suo massimo sviluppo. I primi melari li avremo sicuramente già collocati nel mese di maggio questo momento della stagione, però, è di certo il periodo ideale per posizionarne un secondo. Non aspettiamo l’ultimo istante utile per aggiungere un secondo melario agli alveari, quando il primo sarà stato riempito al 70% è senz'altro giunto il tempo di inserire il successivo. Detto così sembrerebbe una cosa abbastanza semplice da farsi, in realtà questa manovra deve esser compiuta quando vi siano previsioni meteo favorevoli e in presenza di abbondanti fioriture nettarifere. Saranno, perciò, il nostro buon senso e la consultazione di un sito di previsioni meteo attendibile, oltre che alla nostra esperienza, che ci dovranno aiutare a comprendere quando sia giunto il momento più opportuno per compiere tale manovra. Stabilito con esattezza l’attimo propizio per l’aggiunta di un secondo melario un altro dubbio potrebbe cominciare ad assillare i nostri pensieri: il secondo melario dovremo collocarlo al di sopra o al di sotto del primo? Personalmente preferisco metterlo al di sotto di quello già abbondantemente riempito, ma se ciò dovesse richiedere un grosso sforzo, per l’eccessivo peso del melario da sollevare, credo che non vi siano grossi problemi se anche lo collocassimo al di sopra.
Cerchiamo di seguire le
fioriture nel caso volessimo produrre dei mieli monoflora e, in questo caso,
sarà necessario raccogliere il melario alla fine di una determinata fioritura
fornendone uno nuovo che si riempirà di nettare proveniente da quella
successiva. Ricordiamo però che adottando questa tecnica raccoglieremo del
miele che, con buona probabilità, avrà bisogno di esser deumidificato in laboratorio
prima di poter esser centrifugato e successivamente invasettato.
Le condizioni ideali per ritirare i melari sono
rappresentate dalla presenza di favi opercolati almeno all’80/90%, con
un’umidità del miele inferiore al 18% (da misurarsi mediante l’utilizzo di un
refrattometro), da condizioni di buon tempo in assenza di piogge e con scarsa
percentuale di umidità nell’aria. Per rimuovere il melario è bene inserire la
sera, fra il nido e il melario, un apiscampo e la mattina del giorno seguente,
di buon’ora, rimuovere il melario spazzolando le poche api eventualmente ancora
presenti sui favi.
Fino al solstizio d’estate l’attività di
ovideposizione da parte della regina sarà ottimale e abbondante con il prosieguo
della stagione, però, le fioriture nettarifere si faranno, purtroppo, via via
sempre meno abbondanti e ciò comporta una progressiva riduzione dell’attività
della regina che si traduce con una diminuzione della covata così che nel giro
di 21 giorni, da quella data, all’interno del nido si avrà una situazione che
vedrà una maggior nascita di operaie rispetto alle uova deposte dalla regina.
Questo diverso equilibrio comporterà anche un cambiamento dell’attività
all’interno della colonia legata al fatto che fino a circa la metà del mese di
luglio all’interno dell’alveare si avrà una prevalenza di giovani api ceraiole
che contribuiranno con il loro prezioso lavoro alla costruzione di nuovi favi
in cui stivare le raccolte di miele e di polline che serviranno come provviste
nei successivi periodi di carestia. Il solstizio d’estate segna così un vero e
proprio cambiamento dell’attività lavorativa delle nostre famiglie.
Oltre alla raccolta di
miele il buon apicoltore dovrà sempre dare uno sguardo attento allo stato di
salute delle proprie colonie buttando un occhio alla covata, al grado d’infestazione
da varroa e allo stato di salute dell’alveare, per agire di conseguenza qualora
la situazione dovesse richiederlo.
Per molti apicoltori giugno è anche il mese in cui
praticare la transumanza spostando gli alveari per seguire l’evolversi delle
fioriture, come quelle del tiglio, della lavanda e del castagno che garantiscono
il raccolto di mieli monoflora di ottima qualità.
Per ottenere un buon raccolto dobbiamo comunque sempre
tener presente che l’apicoltura, sebbene abbia delle regole di base
fondamentali, non è una “scienza” esatta e per questo motivo essa si gioverà
molto delle scelte personalizzate messe in pratica dal buon apicoltore le quali
si baseranno sulle informazioni ricavate dalla attenta osservazione
dell’alveare, dalla sapiente conoscenza dell’ambiente in cui sono collocate le
proprie famiglie e da una seria interpretazione delle condizioni metereologiche
oltre che dalla propria esperienza personale.
Questo miele è particolarmente
ricco in oligoelementi: potassio, magnesio, manganese e bario, e possiede
ottime capacità cicatrizzanti.
Per concludere: questo periodo della stagione apistica
è il momento ideale per sincronizzare tutte le energie di cui disponiamo sulle
frequenze dei nostri alveari, così da riuscire a rimanere sempre vigili e
pronti a risolvere i molti imprevisti che potrebbero capitarci in questo mese
di intenso lavoro, perché, come dice un vecchio detto “non dobbiamo mai
dimenticare che sia nel bene che nel male giugno porta sempre un temporale”.
Buon raccolto a tutti.
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