domenica 10 aprile 2022

VESPA VELUTINA

È un calabrone originario dell’Asia sud-orientale (Cina del sud, India del nord, arcipelago indonesiano). Esso è comparso in Europa agli inizi degli anni 2000, probabilmente introdotto con merci di origine cinese. Per la prima volta la sua presenza è stata rilevata in Francia in Aquitania e nel giro di poco tempo quasi questo calabrone si è diffuso in tutta la Francia, penetrando anche in Belgio, Spagna, Portogallo e Germania. La vespa velutina è in grado di causare notevoli danni alle api e agli apicoltori riuscendo a distruggere, nel giro di un breve periodo, oltre il 50 % degli alveari presenti sul territorio nel quale si è insediata. Dal 2012 la vespa velutina è presente anche in Italia, in Liguria e Piemonte in prossimità del confine francese. Essa è simile al nostro calabrone (Vespa crabro), ma di dimensioni inferiori e si distingue, inoltre, per il fatto di possedere un colore più scuro oltre che per la presenza di una banda giallo-arancione verso il pungiglione e una stretta linea gialla più chiara vicino al passaggio fra trace e addome. Le estremità delle zampe sono colorate di giallo.

La vespa velutina vive in popolose comunità composte da una regina, qualche maschio e un grande numero di femmine sterili. La colonia dura solo un anno. Ogni primavera le regine, dopo aver svernato in qualche riparo, costruiscono un nido in cui depongono e accudiscono le uova. Quando le prime operaie sono diventate adulte e cominciano a procacciare cibo per la comunità, la regina si dedica a deporre le uova.

Verso la fine estate/inizio dell’autunno nascono i maschi e le giovani regine che, una volta fecondate, cercano un riparo invernale per fondare a primavera una nuova famiglia. I primi nidi (primari) formati dalle regine a primavera contengono pochi individui. Sono attaccati a una superficie – per esempio soffitti o terrazze – tramite un peduncolo che li sostiene. Hanno la forma di una piccola sfera forata verso il basso. Di norma sono costruiti a bassa altezza, il che li rende generalmente ben visibili. La loro posizione è provvisoria e possono essere rifondati in luoghi più sicuri per vespe (nidi secondari), che compaiono solitamente a inizio estate, essi sono grandi vespai realizzati all’aperto in luoghi riparati e inaccessibili, talvolta a notevoli altezze, per esempio sulla cima degli alberi. Posseggono forma sferica molto irregolare possono avere 60-90 cm di altezza e 40-70 cm di diametro e l’ingresso per le vespe è sito lateralmente. All’interno esistono 6-7 strati di celle che ospitano una popolazione media totale di 6mila individui.

L’allarme per l’arrivo di questo calabrone alieno arriva principalmente dal mondo degli apicoltori poiché gran parte della dieta delle sue larve è a base di api. I calabroni pattugliano l’entrata degli alveari e catturano le api bottinatrici cariche di polline al rientro nell’alveare, le uccidono e lo portano al proprio nido come alimento per la prole. Inoltre, là dove questo predatore tiene sotto assedio gli alveari, le api bottinatrici smettono di uscire dall’arnia e la colonia di conseguenza si indebolisce. Essendo l’ape uno dei principali insetti impollinatori, il danno non è circoscritto solo al settore dell’apicoltura ma, più in generale, questo calabrone predando le api, rappresenta una minaccia sia alla biodiversità vegetale, che alla produzione delle colture agricole la cui impollinazione si basa sull’azione delle api.

Danni secondari, ma non trascurabili, sono quelli ai frutti maturi, prediletti dagli esemplari adulti di velutina.

Il tasso di aggressività verso l’uomo è analogo a quello del calabrone europeo. In prossimità dei nidi però l’attacco può essere violento una decina di punture possono provocare un avvelenamento che richiede il ricovero in ospedale e nei casi più gravi casi di shock anafilattico. La pericolosità è anche dovuta al fatto che Vespa velutina costruisce i propri nidi spesso in vicinanza di aree urbane o dentro edifici ad uso umano, come serre, capanni o terrazze. Per questa sua grande pericolosità è importante non avvicinarsi mai ai nidi ed evitare di cercare di rimuoverli. Qualora se ne sospetti la presenza è bene predisporre delle trappole per la loro cattura, trappole in cui introdurremo abbondante zucchero miscelato con acqua e aceto, così che non attiri le nostre api, trappole che appenderemo ai rami degli alberi ai lati dei nostri apiari. In caso si dovesse con certezza constatare sul territorio la presenza di tale calabrone è, inoltre, importante contattare il numero verde di stop velutina

 

 




 

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