La rimozione della covata è tecnica apistica che consiste nell'asportare la covata presente all'interno del nido così da aumentare l’efficacia dei trattamenti acaricidi (in particolar modo quelli che prevedono l'utilizzo di acido ossalico) sulla varroa che si trova in fase foretica. Per eseguire tale metodica si possono utilizzare un coltello, una forchetta, dei contenitori per riporre le parti di covata asportate e un piccolo saldatore a fiamma per sterilizzare gli arnesi ogni volta che si passa da un arnia all'altra.
Se il periodo dell’anno è favorevole (primavera e/o inizio estate) si può rimuovere la covata asportando interamente i favi facendo però molta attenzione a non rimuovere la regina. Se il periodo stagionale non è quello propizio (ad esempio in autunno-inverno) la covata può essere rimossa sforchettando e/o tagliando la parte di favo in cui essa è presente. Una volta asportata la covata la si può bruciare, oppure, qualora avessimo asportato l'intero telaino, essa potrà venir utilizzata per la formazione di nuovi nuclei sempre se il periodo stagionale lo consente. In questo ultimo caso i favi asportati dovranno poi essere trattati con farmaci in grado di sviluppare la loro azione acaricida anche all'interno del favo opercolato, come per esempio l'acido formico che è meglio associare anche a un gocciolato di acido ossalico al fine di abbattere contemporaneamente sia la varroa in fase riproduttiva sia quella in fase foretica.
Come già detto in precedenza se si rimuove la covata utilizzando un coltello e/o una forchetta è importante disinfettarlo con la fiamma ogni volta che si passa da un alveare all'altro alveare, questo al fine di ridurre il rischio di trasmettere possibili infezioni dovute alla eventuale presenza di patogeni. Se l’asportazione della covata viene effettuata nel periodo autunnale mediante la pratica dello "sforchettamento", vi potrebbe essere il rischio di provocare la comparsa di covata calcificata la cui insorgenza è, con buona probabilità, da imputare all’aumento dell’umidità presente nel nido conseguente alla rottura delle forme larvali e/o alla riduzione numerica delle api adulte che sono molto importanti per il ricambio d'aria (attraverso la ventilazione col battito d'ali) e per il mantenimento di una corretta omeostasi termica all'interno nel nido. Concludo ricordando che sia lo sforchettamento sia l'asportazione della covata fatta con l'utilizzo del coltello sono pratiche che possono essere eseguite solo e unicamente qualora vi sia la presenza sul favo di una sola piccola area contenente la covata stessa e ciò al fine di non provocare una devastante alterazione della conformazione del nido.
Nessun commento:
Posta un commento