sabato 26 marzo 2022

VARROATOSI

 

La varroatosi o varroosi è la conseguenza di un alto tasso di infestazione da varroa che colpisce una famiglia di api; essa determina il maggior impatto negativo che attualmente si conosca sia sulle api sia sull'apicoltura. È uno stato morboso causato dall'acaro della Varroa, il quale si nutre sia del corpo grasso delle pupe presenti nella covata, all’interno della quale esso si riproduce, sia di quello degli individui adulti. La varroatosi si manifesta con la comparsa di malformazioni fisiche delle api, alterazioni del comportamento e riduzione dell'aspettativa di vita con conseguente indebolimento e collasso delle famiglie determinato sia dall'azione parassitaria, sia soprattutto dalla sua azione di vettore di agenti virali.

L’acaro è ormai, purtroppo, presente in tutti i continenti in cui le condizioni climatiche consentono l’attività apistica (eccetto l'Australia e il Madagascar) e la sua diffusione ha cambiato profondamente il modo di fare apicoltura. Il controllo dell'infestazione parassitaria delle famiglie è ormai divenuta una tecnica imprescindibile da mettere in atto al fine di preservarne la loro stessa sopravvivenza e produttività.

La varroatosi si manifesta con la comparsa dei seguenti segni clinici:

nelle api adulte: api con ali deformi e/o ali atrofiche, presenza di varroe in fase foretica sul corpo delle api, api con addome più piccolo;

nella covata: cannibalismo su larve o pupe, covata non compatta, a mosaico, sparsa, e presenza di api morte con ali deformi nella covata opercolata/ pupe morte/api a termine morte (emerge solo la testa con la ligula estroflessa), presenza di parassiti (femmine mature marrone, forme immature bianche), opercoli forati, larve morte di colore marrone o marrone chiaro (assenza dell’aspetto filante tipico della peste americana), larve morte secche.

I trattamenti per il contrasto di tale patologia sono sia di tipo farmacologico sia legati a particolari manovre di tecnica apistica; queste ultime comprendono per esempio il blocco di covata con confinamento della regina prima di eseguire il trattamento con acido ossalico e/o l’introduzione del telaino Campero per l’asportazione della covata da fuco nella quale si riscontra la maggior percentuale di varroe.

Solo gli acari adulti, di sesso femminile, parassitano le api mature, mentre quelli di sesso maschile non lasciano la cella della nidiata dopo la schiusa. Gli acari femmine adulte sono molto mobili e si muovono sui favi tra le api, è proprio questo loro particolare comportamento che spiega come l'acaro Varroa possa anche fungere da efficace vettore per la diffusione di virus (in particolare di quello delle ali deformi) consentendone il trasferimento alle singole api

Una volta stabilitisi sul corpo di un'ape, gli acari si posizionano tra gli scleriti dell'addome e iniziano a nutrirsi del corpo grasso dei nostri imenotteri. Essi, inoltre, in questo modo riescono a diffondersi da famiglia in famiglia grazie soprattutto al fenomeno della deriva e a propagarsi nell’ambiente grazie al fenomeno della sciamatura.

La durata della vita degli acari Varroa dipende dalla presenza di covata e può variare da 25 giorni a circa 5 mesi. Durante l'estate, gli acari possono vivere per 2-3 mesi e, se è presente covata, possono completare 3-4 cicli di riproduzione. In inverno, quando la covata non è presente o è limitata, gli acari Varroa vivono unicamente sul corpo delle api adulte



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