La
varroatosi o varroosi è la conseguenza di un alto tasso di infestazione da
varroa che colpisce una famiglia di api; essa determina il maggior impatto
negativo che attualmente si conosca sia sulle api sia sull'apicoltura. È uno
stato morboso causato dall'acaro della Varroa, il quale si nutre sia del corpo
grasso delle pupe presenti nella covata, all’interno della quale esso si
riproduce, sia di quello degli individui adulti. La varroatosi si manifesta con
la comparsa di malformazioni fisiche delle api, alterazioni del comportamento e
riduzione dell'aspettativa di vita con conseguente indebolimento e collasso
delle famiglie determinato sia dall'azione parassitaria, sia soprattutto dalla
sua azione di vettore di agenti virali.
L’acaro
è ormai, purtroppo, presente in tutti i continenti in cui le condizioni
climatiche consentono l’attività apistica (eccetto l'Australia e il Madagascar)
e la sua diffusione ha cambiato profondamente il modo di fare apicoltura. Il controllo
dell'infestazione parassitaria delle famiglie è ormai divenuta una tecnica
imprescindibile da mettere in atto al fine di preservarne la loro stessa
sopravvivenza e produttività.
La
varroatosi si manifesta con la comparsa dei seguenti segni clinici:
nelle
api adulte: api con ali
deformi e/o ali atrofiche, presenza di varroe in fase foretica sul corpo delle
api, api con addome più piccolo;
nella
covata: cannibalismo su
larve o pupe, covata non compatta, a mosaico, sparsa, e presenza di api morte
con ali deformi nella covata opercolata/ pupe morte/api a termine morte (emerge
solo la testa con la ligula estroflessa), presenza di parassiti (femmine mature
marrone, forme immature bianche), opercoli forati, larve morte di colore
marrone o marrone chiaro (assenza dell’aspetto filante tipico della peste
americana), larve morte secche.
I
trattamenti per il contrasto di tale patologia sono sia di tipo farmacologico
sia legati a particolari manovre di tecnica apistica; queste ultime comprendono
per esempio il blocco di covata con confinamento della regina prima di eseguire
il trattamento con acido ossalico e/o l’introduzione del telaino Campero per l’asportazione
della covata da fuco nella quale si riscontra la maggior percentuale di varroe.
Solo
gli acari adulti, di sesso femminile, parassitano le api mature, mentre quelli
di sesso maschile non lasciano la cella della nidiata dopo la schiusa. Gli
acari femmine adulte sono molto mobili e si muovono sui favi tra le api, è
proprio questo loro particolare comportamento che spiega come l'acaro Varroa
possa anche fungere da efficace vettore per la diffusione di virus (in
particolare di quello delle ali deformi) consentendone il trasferimento alle
singole api
Una
volta stabilitisi sul corpo di un'ape, gli acari si posizionano tra gli scleriti
dell'addome e iniziano a nutrirsi del corpo grasso dei nostri imenotteri. Essi,
inoltre, in questo modo riescono a diffondersi da famiglia in famiglia grazie soprattutto
al fenomeno della deriva e a propagarsi nell’ambiente grazie al fenomeno della
sciamatura.
La
durata della vita degli acari Varroa dipende dalla presenza di covata e può
variare da 25 giorni a circa 5 mesi. Durante l'estate, gli acari possono vivere
per 2-3 mesi e, se è presente covata, possono completare 3-4 cicli di
riproduzione. In inverno, quando la covata non è presente o è limitata, gli
acari Varroa vivono unicamente sul corpo delle api adulte
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