Nel giugno del
2020, in occasione del mio pensionamento, i colleghi dell’ospedale presso il
quale ho lavorato ininterrottamente per ben 37 anni mi hanno fatto uno
splendido regalo. Nella speranza, forse, che non mi facessi del male
continuando ad esercitare la professione anche una volta ottenuta la meritata
pensione, come fanno certi chirurghi che non abbandonano il bisturi fino
all’ultimo dei loro giorni, e conoscendo anche le mie tante passioni e i miei
molti hobbies si sono presentati alla festa di commiato portandomi in dono un
meraviglioso estrattore per olii essenziali accompagnato dall’iscrizione ad un
corso di aromaterapia. È stato un regalo
meraviglioso e molto gradito, che mi ha aperto la porta verso un mondo nuovo,
sconosciuto e tutto da esplorare e in seguito vi racconterò anche come sia già
riuscito, in qualche modo, ad intersecarlo con la mia smisurata passione per le
api.
Se ci pensiamo
bene esso riesce ad influenzare molte delle nostre scelte guidandoci, per
esempio, verso persone che grazie al loro odore sono in grado di attrarci e,
viceversa, allontanandoci da quelle che hanno per noi un odore sgradito. Ci suggestiona,
inoltre, in molte altre scelte: pensiamo al rapporto con il cibo, con l’ambiente,
nel prendere una decisione; esso è persino in grado di spingerci verso
l’acquisto di alcuni prodotti a discapito di altri. In ultimo come si può non
fare accenno alla sua fondamentale importanza nel permetterci di percepire le
meravigliose fragranze che emanano dai nostri alveari, un misto di splendidi
sentori rappresentati da una miscellanea di profumi di cera, di essenze
floreali e di dolcezza del miele. Un’accurata percezione degli odori che
trasudano dall’alveare ci consente altresì di capire in anticipo se la famiglia
è sana o se ha contratto patologie a volte purtroppo anche di eccezionale
gravità: pensiamo per esempio a quello sgradevole odore di “colla da falegname”
che emana da un alveare colpito dalla peste americana.
Terminata la
distillazione di olio essenziale di lavanda mi sono dedicato a distillare olio
essenziale di alloro, prelevando foglie e rametti dalle tante siepi di
protezione che ho creato intorno al mio apiario.
Farò ora alcune
considerazioni su queste due meravigliose piante e sulle pregiate essenze che
da esse si riescono a ricavare, così che in seguito vi possa giustificare
alcune mie scelte, forse azzardate, attraverso le quali ho iniziato ad
accostare apicoltura e aromaterapia. L’olio essenziale di lavanda possiede fra
le molteplici proprietà anche una spiccata azione battericida basti pensare che
in concentrazioni del 5% è già in grado di eliminare alcuni temibili nemici
della nostra salute come per esempio gli stafilococchi, i germi responsabili
della infezione tifoidea e della difterite. Questo lo avevano già capito i
Romani molti secoli fa quando utilizzavano olio essenziale di lavanda per
profumare e per disinfettare le loro terme, del resto, etimologicamente,
lavanda deriva da lavare, disinfettare e pulire tutto: anima, corpo e mente.
L’olio essenziale di alloro ha ancor più, rispetto al precedente, una spiccata
azione battericida, virucida e fungicida. Sempre al tempo dei Romani rami di
alloro erano utilizzati come corona per cingere il capo dei vincitori, prima
ancora era raffigurato sulla testa di Apollo, Dio del sole e della guarigione e
in seguito anche sul capo di Esculapio, Dio della medicina, credo che ciò la
dica lunga sulle potenzialità del pregiato estratto che da esso si può ricavare.
Concludendo vorrei
citarvi una frase che ha scritto Franco Canteri nel suo libro “Guida completa
agli oli essenziali”: “se è piacevole
avvicinare il termine qualità specifica d’intelligenza di Madre Natura al
termine di angeli” allora mi piace pensare che gli oli essenziali siano come degli
angeli che vengano in nostro aiuto ed in aiuto delle nostre api ogni qual volta
che noi lo desideriamo e che lo richiediamo.
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