Dirigere
un alveare è un affare di famiglia: la regina depone le uova e le operaie si
occupano della covata. Esse inoltre vanno a bottinare il nettare e il polline
dai fiori, nutrono le larve, costruiscono i favi, fanno il miele, si occupano
della pulizia del nido, mantengono la giusta temperatura e difendono la loro
casa.
In
sostanza esse non hanno proprio a loro disposizione del tempo in cui potersi
annoiare. Al contrario delle operaie (che sono tutte di sesso femminile) i
maschi hanno, invece, a loro disposizione tantissimo tempo libero. I maschi
delle api si chiamano fuchi e nascono dalla deposizione, a parte della regina,
di un uovo che non è stato fecondato. La loro dimensione è maggiore rispetto a
quella delle operaie ed essi non partecipano per nulla alle attività lavorative
che si svolgono all’interno dell’alveare, la loro unica funzione al servizio
della specie è quella di fecondare una regina vergine.
Al
contrario delle femmine i maschi possono entrare in qualsiasi alveare e quando
sono all’esterno essi si riuniscono in gruppi numerosi a formare dei piccoli
sciami; tali raggruppamenti sono sempre nei medesimi posti nonostante il
passare degli anni e si chiamano “corridoi dei fuchi”.
L’anatomia
del fuco è tale per cui il suo organo riproduttore è ritenuto all’interno del
suo corpo (endofallo), durante l’accoppiamento (che avviene sempre in volo) con
una regina vergine il pene del fuco, una volta gonfiatosi, viene trattenuto all’interno
della vagina della regina e dopo l’eiaculazione esso si staccherà rimanendo
incarcerato nei genitali della femmina con conseguente morte del fuco. L’eiaculazione
è in effetti un fenomeno simil esplosivo indispensabile affinché i 90 milioni
di spermatozoi engano inviati alla spermateca della regina dove potranno esser
conservati in piena vitalità anche per 4/5 anni.
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