lunedì 14 marzo 2022

APICOLTURA BIOLOGICA

 

Il termine biologico deriva dalla parola greca “βιολογικός” che significa rispetto per la vita attraverso la commercializzazione di prodotti che siano rispettosi della salute di chi li consuma. Ultimamente sempre più spesso si sente parlare di biologico particolarmente nell’ambito dell’agricoltura e dei suoi prodotti derivati. La differenza fra un prodotto biologico ed uno convenzionale è racchiusa sia nel livello sia nella qualità dei principi che governano il processo produttivo degli stessi. Questo vale anche nell’ambito dell’apicoltura.

È ormai cosa nota a tutti come non solo in Italia ma nel mondo intero si stia assistendo a un progressivo declino delle api, le cause di questo inquietante fenomeno sono da ricercare sia nei cambiamenti climatici che nello smodato utilizzo di pesticidi e diserbanti, i quali oltre ad inquinare l’ambiente avvelenano le nostre api. Questi fattori impongono che vi sia una maggior attenzione verso il metodo di allevamento delle nostre api affinché si riesca a seguire una strada che conduca ad una maggior sostenibilità, qualità e salubrità dei prodotti apistici.

Un’apicoltura biologica è proprio ciò che si rende necessario per riuscire a perseguire l’obiettivo di cui sopra ed essa altro non è che un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e/o della produzione alimentare basato sull’interazione fra le migliori prassi in materia di ambiente e in azione per il clima. Inoltre, essa implica la preservazione di un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali e l’introduzione di criteri rigorosi in materia di benessere animale con l’applicazione di norme severe di produzione che siano confacenti alle preferenze di un numero sempre più crescente di consumatori. Sostanzialmente, quindi, quando si parla di biologico si intende riferirci ad un modo di produrre alimenti che sia più rispettoso dell’ambiente. Essendo considerata pratica agricola anche l’apicoltura la differenza fra prodotti biologici e non biologici di derivazione da pratica apicola consiste essenzialmente dal differente modello produttivo, modello che deve garantire e proteggere la tipicità e la salubrità del prodotto finale attraverso il controllo della qualità dell’ambiente sia esterno sia interno all’alveare.

Per ottenere la certificazione biologica un’azienda deve rispettare determinati requisiti ricordando che non si nasce biologici ma lo si diventa dopo un periodo di conversione obbligatorio che può durare da uno a tre anni.

Per una certificazione biologica è necessario, inoltre, che vengano utilizzati solo farmaci previsti da questo protocollo, che non si posizionino apiari in prossimità di aziende agricole che utilizzano prodotti chimici non consentiti nel biologico e/o in prossimità di ambienti inquinati e anche che le arnie abbiano determinati requisiti, per esempio è vietato l’utilizzo di arnie in polistirolo. La raccolta del miele è consentita unicamente quando l’opercolatura è pari e/o superiore al 70%, non si possono utilizzare per la raccolta del miele favi che abbiano contenuto covata e la smielatura va effettuata in locali climatizzati nei quali la temperatura non deve superare i 30°C. e tutto il materiale impiegato deve essere in acciaio inox.




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