Il termine biologico deriva dalla parola
greca “βιολογικός” che significa rispetto per la vita attraverso la
commercializzazione di prodotti che siano rispettosi della salute di chi li
consuma. Ultimamente sempre più spesso si sente parlare di biologico
particolarmente nell’ambito dell’agricoltura e dei suoi prodotti derivati. La
differenza fra un prodotto biologico ed uno convenzionale è racchiusa sia nel
livello sia nella qualità dei principi che governano il processo produttivo
degli stessi. Questo vale anche nell’ambito dell’apicoltura.
È ormai cosa nota a tutti come non solo
in Italia ma nel mondo intero si stia assistendo a un progressivo declino delle
api, le cause di questo inquietante fenomeno sono da ricercare sia nei
cambiamenti climatici che nello smodato utilizzo di pesticidi e diserbanti, i
quali oltre ad inquinare l’ambiente avvelenano le nostre api. Questi fattori
impongono che vi sia una maggior attenzione verso il metodo di allevamento
delle nostre api affinché si riesca a seguire una strada che conduca ad una
maggior sostenibilità, qualità e salubrità dei prodotti apistici.
Un’apicoltura biologica è proprio ciò
che si rende necessario per riuscire a perseguire l’obiettivo di cui sopra ed
essa altro non è che un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e/o
della produzione alimentare basato sull’interazione fra le migliori prassi in
materia di ambiente e in azione per il clima. Inoltre, essa implica la preservazione
di un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali e l’introduzione
di criteri rigorosi in materia di benessere animale con l’applicazione di norme
severe di produzione che siano confacenti alle preferenze di un numero sempre
più crescente di consumatori. Sostanzialmente, quindi, quando si parla di
biologico si intende riferirci ad un modo di produrre alimenti che sia più
rispettoso dell’ambiente. Essendo considerata pratica agricola anche l’apicoltura
la differenza fra prodotti biologici e non biologici di derivazione da pratica
apicola consiste essenzialmente dal differente modello produttivo, modello che
deve garantire e proteggere la tipicità e la salubrità del prodotto finale
attraverso il controllo della qualità dell’ambiente sia esterno sia interno all’alveare.
Per ottenere la certificazione biologica
un’azienda deve rispettare determinati requisiti ricordando che non si nasce
biologici ma lo si diventa dopo un periodo di conversione obbligatorio che può
durare da uno a tre anni.
Per una certificazione biologica è necessario,
inoltre, che vengano utilizzati solo farmaci previsti da questo protocollo, che
non si posizionino apiari in prossimità di aziende agricole che utilizzano
prodotti chimici non consentiti nel biologico e/o in prossimità di ambienti
inquinati e anche che le arnie abbiano determinati requisiti, per esempio è
vietato l’utilizzo di arnie in polistirolo. La raccolta del miele è consentita
unicamente quando l’opercolatura è pari e/o superiore al 70%, non si possono
utilizzare per la raccolta del miele favi che abbiano contenuto covata e la
smielatura va effettuata in locali climatizzati nei quali la temperatura non
deve superare i 30°C. e tutto il materiale impiegato deve essere in acciaio
inox.
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