lunedì 14 febbraio 2022

ROTTURA CARAPACE TARTARUGA

Vi parlerò della lesione del carapace della mia tartaruga nella speranza, che chi, come me, possiede una tartaruga alla quale disgraziatamente e maldestramente venga rotto il guscio sappia come comportarsi.

Introdurrò l'argomento non senza esimermi dall'esordire con una marcata nota polemica. Di fronte ad una grave lesione del guscio della tartaruga il primo problema da porsi è quello di trovare un veterinario che sia in grado di trattare correttamente il rettile. Questo mi è riuscito, direi fortunatamente, attraverso una semplice ricerca in internet. Essa mi ha permesso di trovare un medico veterinario sicuramente preparato in materia ma, a mio modestissimo parere, poco corretto sia professionalmente sia umanamente. Che fare? Non c'è una gran scelta, anche perché l'animale è molto sofferente, probabilmente in pericolo di vita e non vi è molto tempo da perdere. Quindi, sei costretto ad accettare anche se l'impressione suscitata, al primo impatto, dal veterinario non è stata delle migliori. L'iniziale  approccio del professionista, infatti, non era rivolto tanto a considerare lo stato di salute della mia povera "tarta", quanto piuttosto all'aspetto della monetizzazione richiesta per sottoporre alla visita il povero animaletto. Ben 270,00€ o qualche cosa in più per una semplice visita! Fortunatamente la cifra, anche se decisamente spropositata, non rappresentava un grosso problema, il problema era la mancanza di trasporto. Per quanto strano possa sembrare c'era dell'affetto verso la mia povera creatura che, ai tempi, da ben 35 anni condivideva con noi il  giardino di casa. Ricordo, infatti, quando giovane studente di medicina, nei caldi mesi estivi mi recavo, con i libri sotto braccio, in giardino a cercare un po' di refrigerio per poter studiare e prepararmi agli esami. Lei era lì, probabilmente, ad attendermi, e come mi sedevo per iniziare a studiare giungeva fin sotto ai miei piedi, forse, in cerca di un'improbabile compagnia e/o chissà cos'altro ancora. 

La prima considerazione, vista l'esorbitante pretesa economica del veterinario, è: quanto vale la mia professionalità di medico, che ha impiegato sei anni della sua vita per laurearsi in medicina e chirurgia, altri cinque per specializzarsi in ortopedia e traumatologia e altri due per specializzarsi all'Università di Montpellier in patologie chirurgicale de la main e du membre superieur? La mia parcella per una visita non è nemmeno la metà di quella richiestami per la visita della tartaruga (con tutto il rispetto per la tartaruga)!!! Specificato il costo della visita e trattata la "tarta" mi propone le soluzioni. Lasciarla guarire così non se ne parla nemmeno, se non avessi accettato il 2° trattamento ( quello chirurgico) me la avrebbe soppressa. Per cui ecco che da bravo monetizzatore mi propone le due soluzioni chirurgiche.  La prima un semplice courettage ( praticamente pulirla sotto al guscio e lasciarla così) al costo di ben 400,00€ o giù di lì, la seconda oltre al courettage la osteosintesi ( riparazione del guscio) a ben 600,00€. Nel frattempo mi imposta una terapia antibiotica e reidratante ( insegandomi a fare le iniezioni intramuscolo e sottocute) per preparare la tarta all'intervento. Qui sopra, per onore di cronaca, è esposta fattura e preventivo a testimonianza di quanto detto. Dopo di che vi parlerò dell'esperienza acquisita, anche grazie alle indicazioni del veterinario, per curare nel modo più appropriato una tartaruga a cui disgraziatamente sia stato rotto il carapace. 
La prima cosa da fare, se ad una tartaruga viene rotto il carapace, è quella di prenderla, riporla in un catino e con dell'acqua calda/tiepida, una spazzola e del Betadine lavarle molto accuratamente il guscio, fino a toglierle tutta la terra e le altre impurità che potrebbero contenere materiale infettante e non permetterebbero una guarigione dell'animale. Poi si prende un siringone da 100cc lo si riempie di fisiologica e soluzione saponosa di ammonio quaternario ( savlon o affini) se non lo si trova va bene anche il Betadine. Si spezza l'ago della siringa alla sua base così che il getto di soluzione all'uscita abbia una buona pressione e si " spara" il liquido all'interno della lesione in senso cranio caudale (testa coda) avendo cura di mantenere l'animale in posizione verticale in modo che la fisiologica e le eventuali impurità fuoriescano dalla parte posteriore del guscio. Questi lavaggi vanno eseguiti quotidianamente per almeno 30 giorni. Dopo il lavaggio ( asciugare il guscio) posizionare sulla parte del carapace dove vi è la lesione una garza di Betadine. Nello stesso tempo va instaurata una terapia antibiotica con Baytril al 5% ( flacone da 50 ml). Per la mia tartaruga che pesa 2,5 Kg la diluizione è 0,18 ml portando a 1 ml con aggiunta di fisiologica. L'iniezione va fatta intramuscolo nei pettorali sotto al collo, utilizzando un ago da insulina con inclinazione dall'alto verso il basso. La terapia prevede una somministrazione al giorno per un periodo di 10 giorni. L'animale, probabilmente a causa del trauma e dello stress, non si nutre per cui bisogna nutrirlo ed idratarlo con glucosata e fisiologica da iniettare sottocute (fra il collo e la zampa) sempre utilizzando un ago da insulina con la medesima inclinazione di prima. Il trauma subito causa anche un gran dolore al rettile per cui andrà somministrata per via sottocutanea anche mezza fiala di arnica ogni tre giorni per tre volte al giorno. Le vitamine oltre all'apporto di glucosio ed acqua gli forniranno un buon supporto per la guarigione per cui bisognerà somministrare mezza fiala di EPARGRISONT pediatrico (sempre per via sottocutanea) una volta alla settimana per tre settimane. Dopo i primi 15 giorni di lavaggi, nel medicare l'animale non si dovrà più usare la garza di Betadine, ma semplicemente una garza sterile. Controllare che non vi siano secrezioni ai cambi di medicazione. Dopo 30 giorni si cominciano a diradare i lavaggi portando la frequenza a uno ogni 3/4 giorni. Se la garza della medicazione rimane sempre pulita ad una quarantina di giorni dal trauma si può provvedere alla chiusura del guscio. Io ho utilizzato il CALLOS un prodotto a base di trifosfato di calcio, che aderisce fortemente al carapace e consente l'osteointegrazione (la rigenerazione del tessuto osseo), teoricamente il Callos verrà riabitato da tessuto di rigenerazione del carapace venendo alla fine sostituito da questo. Se ciò non dovesse accadere, lo strato di Callos rimarrà, comunque, un'utile struttura di protezione al di sotto della quale si formerà la riparazione spontanea del guscio. Dopo qualche giorno dall'applicazione del callos, la tartaruga è pronta per esser rimessa nel giardino
Tutto questo nella speranza che la rottura del carapace non abbia causato gravi lesioni ad organi interni in questo caso purtroppo l'animale non riuscirà a sopravvivere. Nella mia vi è stata anche una lesione del polmone, che il veterinario non avrebbe comunque potuto riparare chirurgicamente ma, per fortuna e nonostante ciò, la mia povera "tarta" è riuscita a guarire meravigliosamente.

Oggi, a distanza di ormai ben 15 anni dal trauma, la mia magnifica tartaruga è ancora viva e vegeta e zampetta felicemente nel giardino di casa come faceva esattamente 45 anni fa quando me la regalarono.
In conclusione vi saluterei dicendovi che la parcella del veterinario, a mio modestissimo avviso, è decisamente troppo esosa, particolarmente per chi non può permettersi di spendere una tale cifra e si vede costretto, in mancanza di altre possibilità, a dover far sopprimere l'animale o lasciarlo andare al suo triste destino. Per contro mi sento di affermare che la natura è sicuramente provvida e, quasi sempre, molto più brava di medici e veterinari, perché, nonostante tutto, riesce a stupirci regalandoci guarigioni insperate e soprattutto a costo zero!

CALLOS IMPACT SKELETAL KINETICS






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