Quando
si parla di miele il primo pensiero che accarezza la mente dei consumatori di
questo prezioso nettare è quello che riconduce a una sostanza dolcificante, più
o meno valida e/o efficace, da utilizzare quale sostituto dello zucchero. In
realtà, le cose non sono proprio così, dovremmo, infatti, imparare ad uscire da
quest’ottica e cominciare a considerare il miele, piuttosto che come un
semplice edulcorante, come un vero e proprio alimento. Un alimento prezioso per la nostra salute e per
il nostro benessere, sia fisico sia mentale, un alimento che non dovrebbe, in
virtù di questo motivo, mai mancare nella nostra dieta.
Non
tutti i mieli sono uguali così come, purtroppo, non tutti i mieli che troviamo
in commercio sono mieli di qualità, ecco allora perché diviene fondamentale
saper valutare e riconoscere le peculiarità di questo prezioso nutrimento. È
proprio a questo scopo che è stata creata la figura del degustatore di miele
una persona che dopo un particolare corso di addestramento impara, attraverso
un’attenta analisi sensoriale e gustativa, a riconoscere le qualità del
prodotto che esamina.
Oggi, fortunatamente,
su tutto il territorio nazionale sono organizzati corsi che insegnano a
degustare il miele e a riconoscerne le sue caratteristiche semplicemente
attraverso l’utilizzo dei nostri sensi, corsi ai quali chiunque di noi, se
interessato, può partecipare al costo di cifre relativamente contenute.
Ricordo a tal proposito di aver frequentato, qualche anno fa, un corso di analisi sensoriale e gustativa del miele tenuto, proprio a Milano, dalla Dr.ssa Lucia Piana una massima esperta, a livello mondiale, di questa professione. Lucia, con grande entusiasmo e genuina passione, riesce a trasmettere, attraverso coinvolgenti lezioni, tutto il suo prezioso sapere relativo a questo pregiato alimento. Ella, inoltre, rende onore al miele sapendogli conferire, nei suoi racconti, quella nota di gusto aggiunto con la quale riesce a farti percepire questo nettare celestiale quale nutrimento le cui molteplici qualità si perdono nel limbo di sfumati contorni che si dissolvono attraverso una sottile linea di confine lungo la quale non è più possibile distinguere il sacro dal profano così come il mito dalla leggenda. Ricordo ancora che all’ultima delle quattro lezioni del corso fece portare a ciascun partecipante, che lo desiderasse, un proprio vasetto di miele da sottoporre alla sua preziosa analisi. Quell’anno le mie api produssero un miele scuro abbastanza aromatico e con un gusto di caramello.
Quella
fu la prima volta che raccolsi un miele con tali caratteristiche e, non sapendo
in alcun modo a quale specie botanica accomunarlo, decisi di sottoporlo alla
sua disamina. Rimasi consapevolmente stupito nel vederla aprire il vasetto
odorarne il profumo, che da esso sprigionava, e con sapiente maestria sentirla
esclamare: “70% prugnolo e ciliegio con la restante percentuale di tarassaco e
salice”! Quindi degustò il composto e confermò serenamente la sua “diagnosi”.
Tale
disciplina permette di perseguire lo scopo di raggiungere il miglioramento e la
valorizzazione del prodotto miele, consentendo di identificare e definire dei
parametri standardizzati attraverso i quali riuscire a stabilire l’origine
botanica e le qualità del miele esaminato.
L’analisi
sensoriale e gustativa del miele si basa sull’utilizzo di tre dei nostri
principali sensi:
la
vista permette di analizzare il colore del miele e la sua
caratteristica (liquido e/o cristallizzato). Questo primo esame ispettivo è
molto importante un aspetto non piacevole nella presentazione del prodotto può
influenzare i successivi giudizi che esprimeremo a riguardo dello stesso
attraverso l’impiego degli altri organi di senso;
l‘olfatto ci
permette di percepire i profumi e/o gli odori che sprigionano dal miele dopo
averlo annusato;
il
gusto ci consente di apprezzare l’aroma del miele una volta che
questo è avvenuto a contatto con le papille gustative della lingua. In realtà
alla percezione del gusto partecipa comunque in modo predominante il nostro
olfatto, se provassimo, infatti, a chiudere il naso tappandocelo con le dita
mentre stiamo degustando del miele ci accorgeremmo come la gran parte dei suoi
sentori andrebbero completamente perduti. Inoltre, grazie all’impiego di
recettori tattili collocati sulla lingua è possibile discriminare la
consistenza del miele: liquido, cristallizzato a granelli fini,
cristallizzazione ruvida etc. etc.
Concludendo,
direi che saper esaminare il miele attraverso una corretta analisi sensoriale e
gustativa produce un valore aggiunto sia per l’apicoltore, sia per il
consumatore di questo prezioso alimento. È importante, infatti, che l’apicoltore
sia consapevole della qualità, della tipicità e della unicità del prodotto che
commercializza per essere in grado di valorizzare pienamente le caratteristiche
del miele che produce e che vende. Allo stesso modo è altrettanto importante
che anche il consumatore sia in grado di riconoscere appieno le caratteristiche
del prodotto che porta in tavola andando oltre al semplice giudizio di “buono -
non buono e/o mi piace - non mi piace” così da poter acquisire la piena
consapevolezza delle qualità del miele che introduce nella sua dieta. Saper
conoscere il miele vuol dire, inoltre, saper apprezzare tutte le sue tipicità come
quella dell’impossibilità di avere dei mieli sempre uguali a sé stessi in quanto
ogni miele sarà sempre diverso da un altro grazie a differenze che vanno ben
oltre la capacità e la volontà umana!
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