venerdì 28 gennaio 2022

IN APIARIO A FEBBRAIO

 

Finalmente arriva il tanto atteso febbraio mese che annuncia l’esordio della stagione apistica.  Il nuovo inizio della stagione si accompagna alla comparsa delle prime fioriture e dei primi piacevoli rialzi della temperatura. La regina riprende a deporre e le bottinatrici cominciano il loro incessante ed instancabile lavoro di raccolta di nettare e di polline. Questo periodo in cui le nostre apette passano da un più o meno lungo periodo di riposo invernale ad una progressiva e costante ripresa dell’attività è un momento particolarmente delicato, sia per le api che per l’apicoltore, il quale deve iniziare a riprendere il proprio lavoro con un ritmo un po’ più sostenuto rispetto a quanto fatto fino ad ora. All’interno dei nostri alveari le popolazioni si sviluppano ad un ritmo fortemente crescente mentre le scorte alimentari si consumano assai velocemente, senza che le api possano ancora uscire a bottinare e a raccogliere nuove provviste con un ritmo a pieno regime.

Non è ancora il periodo giusto per poter effettuare le prime visite ispettive, a meno che febbraio non ci regali una bella giornata soleggiata accompagnata da una gradevole temperatura che permetta di effettuare una prima e veloce ispezione, la quale ci consentirà di valutare la forza della famiglia osservando:

Il numero dei telai contenenti covata

Le riserve di cibo

L’aspetto della covata, la sua valutazione è molto importante ci consente di comprendere le condizioni della regina ed eventualmente se necessario di prevedere una sua sostituzione

Stato sanitario in cui versa la famiglia ed eventuale presenza di varroe.


Sul finire di febbraio, in presenza di temperature ormai decisamente più gradevoli, si potrebbe iniziare a pensare di riprendere una stimolazione della famiglia in crescita mediante somministrazione di sciroppo 50 a 50 ( 50% di zucchero e 50% di acqua) da distribuire in piccole quantità ma con discreta frequenza. Questo atteggiamento consentirà di ottenere un potenziamento della colonia facendo aumentare l’attività di deposizione da parte della regina.

E’ ormai risaputo che il calabrone asiatico rappresenta un’importante minaccia per la nostra attività e soprattutto per le nostre preziose compagne di lavoro ed è inutile nascondercelo la sua presenza si sta malauguratamente e inesorabilmente espandendo all’interno dei nostri territori. Alla comparsa dei primi giorni soleggiati e tiepidi di febbraio le regine fondatrici fanno la loro entrata in scena; è quindi questo il periodo propizio per posizionare le prime trappole ( le classiche bottiglie contenenti delle piccole quantità di pappa per gatti o più semplicemente di prosciutto cotto) che catturandole impediranno lo sviluppo di nuove temibili famiglie di questi terribili predatori d’api.

Nonostante febbraio segni un incremento dell’attività lavorativa per noi apicoltori esso non rappresenta ancora un periodo troppo carico di impegni, per cui approfittiamo del tempo libero che ci rimane per dedicarci a tutti quei lavori di laboratorio che non abbiamo ancora completato.

Non dimentichiamoci di preparare le arniette di polistirolo, sono estremamente necessarie al debutto della stagione, quando le colonie si presenteranno sufficientemente forti e con una buona presenza di fuchi. E’ questo il momento propizio per preparare i primi sciami e le arniette dovranno esser ben disposte per accoglierli al meglio.


A febbraio il nocciolo è una delle prime piante a fiorire, è un arbusto molto rustico che può arrivare fino a 6 metri di altezza. I suoi fiori assomigliano vagamente a quelli del castagno e fioriscono da febbraio a marzo. La nocciola, il frutto prodotto da questa pianta, è molto buono sia per il palato che per la salute essendo ricco in omega 3, ferro e vitamina E.

Questo albero, come la mimosa, avendo una fioritura precoce rappresenta una ricca e importante fonte di polline a disposizione delle nostre apette in un periodo di inizio stagione quando aumenta il fabbisogno energetico delle famiglie e le fioriture non sono poi così abbondanti.

I suoi rami vengono utilizzati per comporre cesti e panieri, esso per la sua capacità di vivere in simbiosi con alcuni miceti è anche impiegato per la coltivazione del tartufo e se utilizzato come siepe, disposta a raggiera intorno all’apiario, rappresenta un ottimo riparo contro i forti, freddi  e fastidiosi venti così poco graditi alle care amichette volanti.

Per concludere non dimentichiamoci che un nostro corretto atteggiamento in questo inizio di stagione sarà determinante nel condizionare favorevolmente il buon proseguo della stessa.


Nessun commento:

Posta un commento

CONTRASTO ALLA VARROA CON LA MESSA A SCIAME

Subito dopo la rimozione dei melari, entro la prima decade di luglio, si prelevano dalla famiglia da mettere a sciame tutti i favi contenent...