venerdì 28 gennaio 2022

IL DECLINO DEGLI INSETTI PRONUBI

 

Da più tempo e da più parti del pianeta si continuano a diffondere allarmanti notizie sul pericolo di estinzione sia delle api domestiche che selvatiche e sia degli altri insetti pronubi. Di fronte a tali allarmanti e ripetute notizie penso che l’obiettivo comune per tutti dovrebbe essere quello di valutare con esattezza l’esistenza e l’effettiva reale presenza di un fenomeno di declino di tali popolazioni, identificarne le cause ed eventualmente trovare le soluzioni per contrastare questo preoccupante avvenimento.

In tale specifico caso ricordiamoci che non ci stiamo riferendo ad un evento che colpisce solo le api che alleviamo nei nostri alveari, ma parliamo del pericoloso declino di centinaia di specie di api selvatiche.

Purtroppo, ancora una volta, molti studi individuano le cause di questa preoccupante decimazione in gesti riconducibili alla attività umana quali: intensificazione dell’agricoltura, espansione di zone dedicate a monocultura, devastazione dell’habitat dovuta ad un ampliamento incontrollato dell’urbanizzazione, utilizzo smodato di pesticidi e diserbanti e infine un ruolo non trascurabile lo giocano anche gli eventi legati al cambiamento climatico.

Il bilancio, secondo una ricerca della biologa Belga Virginie Hess, è ancora più pesante se parliamo di bombi; secondo la ricercatrice l’80% delle specie di bombi sono andate perdute o comunque sono a rischio di essere perse. Questi dati molto importanti, a mio avviso, non devono esser diffusi per infondere paura piuttosto dovrebbero invece servire come stimolo utile per provare a migliorare le comuni politiche di conservazione ambientale al fine di cercare di proteggere l’importante biodiversità dei nostri territori. In tal senso, infatti, dovrebbero essere proprio le persone che si occupano di politica i primi soggetti deputati a muoversi in questa direzione per cercare di dare avvio ad un importante cambiamento di rotta su larga scala, magari dando indicazioni per:

incrementare un nuovo modello di agricoltura sostenibile che sia più rispettosa nei confronti dell’ambiente, che lasci spazio nel suo contesto ad ampie aree da destinare a praterie fiorite;

ridurre al minimo l’utilizzo e la diffusione di sostanze chimiche;

contrastare con energia la cementificazione selvaggia nelle zone urbane e periurbane;

arricchire le nostre città con ampie superfici destinate ad aree verdi;

osteggiare vigorosamente tutte le attività che contribuiscono ad aumentare l’immissione in atmosfera di gas serra.

Purtroppo, per conquistarci un futuro migliore non è sufficiente delegare tutto ai nostri politici, spesso insensibili a queste tematiche o peggio ancora distratti da interessi personali, nella speranza che possano dare avvio ad un sano e radicale cambiamento. Per questo ritengo sia ormai giunto il tempo in cui, se vogliamo arrivare ad una grande e importante svolta ambientalistica, ciascuno di noi debba impegnarsi in prima persona, adottando nei gesti della propria quotidianità tutta una serie di comportamenti “eco friendley” che inducano chi ci governa ad affrontare con un ottica meno miope le politiche di natura ambientale.

Un nostro piccolo contributo potremmo comunque darlo, fin da subito e senza sforzi esagerati, per contrastare la progressiva e preoccupante sparizione degli insetti impollinatori.

La prima cosa che potremmo fare è quella di riuscire a far si che la gente possa comprendere la minaccia che pesa attualmente sulle spalle dei nostri amici pronubi, perché la maggior parte delle persone non è a conoscenza del pericolo in cui, l’agricoltura e l’industrializzazione moderna, hanno relegato queste nostre simpatiche “operaie del polline”. La gente deve essere  consapevole della grave minaccia che correrebbero l’agricoltura e la propria sopravvivenza alimentare in un futuro privo di api e di insetti impollinatori. In effetti senza la loro preziosa attività almeno 130 specie di vegetali e frutti sarebbero minacciati di scomparsa per  non parlare poi delle decine di migliaia di piante selvatiche che rischierebbero l’estinzione.

Non va trascurato nemmeno il forte impatto economico che l’attività di pollinizzazione  di questi insetti determina sul comparto agro alimentare mondiale garantendo allo stesso un fatturato di circa 150 miliardi di dollari all’anno.  

Un altro gesto utile alla causa di questi insetti è quello di mantenere i nostri balconi, i terrazzi o i nostri giardini sempre ricchi di fiori, privilegiamo piante e arbusti perenni e ad alto potenziale nettarifero, possibilmente che appartengano alla flora locale, non mescoliamo necessariamente molte varietà floreali perché le api sono fedeli al proprio territorio e sanno dove ritrovare ogni anno e in ogni stagione le stesse fioriture.

Nei nostri giardini eseguiamo il taglio del manto erboso il più tardi possibile senza tagliare l’erba troppo bassa per lasciare modo a piccoli fiorellini di poter prosperare. Cerchiamo di lasciare delle zone più “selvagge” con erba e fioriture incolte in cui possano svilupparsi piante selvatiche, come per esempio quelle del tarassaco o del trifoglio, in grado di garantire un buon pascolo agli insetti e alle nostre api ad inizio primavera quando ce n’è per loro più bisogno. Questi spazi selvaggi, nel nostro giardino, presto diverranno importanti aree di biodiversità molto apprezzate dai preziosi ricercatori di polline e nettare. Tentiamo di trovare la soluzione più semplice per far coabitare flora e fauna nei nostri giardini ed otterremo un risultato sorprendente sia sulla bellezza degli stessi sia sulla biodiversità dei territori che ci appartengono.


Lasciamo sempre a disposizione una fonte d’acqua che servirà ai nostri insetti per dissetarsi, per rinfrescare il nido nelle calde giornate estive o per sciogliere il miele cristallizzato con il quale poi nutrire se stessi e  le proprie larve.

Anche le api domestiche hanno bisogno del nostro aiuto per cui non esitiamo a consumare più miele, possibilmente acquistandolo da apicoltori locali in modo tale da sostenerli ed al tempo stesso essere garantiti nell’acquisto di un prodotto di eccellente qualità.

Un altro semplice, ma fondamentale gesto per aiutare i nostri amici impollinatori è quello di fornir loro dei luoghi di riparo all’interno dei quali possano trovar protezione in modo particolare durante i mesi freddi invernali.

Partecipiamo alla “sponsorizzazione” di alveari una pratica, quest’ultima, che si sta diffondendo anche in Italia dopo aver fatto il suo esordio nei paesi Francofoni. Questo è un gesto che permette di ottenere una moltiplicazione degli alveari e quindi delle famiglie di api  nelle diverse aziende apistiche sparse sul territorio. Partecipando alla adozione di più alveari, o di un solo alveare se non addirittura semplicemente ad una parte di questo, riceveremo in cambio ogni anno una quantità di miele prodotto dallo stesso, miele che potremo poi consumare noi stessi o regalare ad amici rendendoli partecipi di questa simpatica iniziativa che contribuisce a mantenere numerosa la popolazione d’api.

Non spaventiamoci di fronte a queste allarmanti notizie, non sottovalutiamole, non rassegnamoci ma, soprattutto ricordiamo che i primi veri artefici di un reale cambiamento che ci permetta di credere in un futuro più sostenibile siamo solo ed esclusivamente noi. Per cui prendiamone coscienza ed iniziamo a cambiare la nostra quotidianità mettendo in  pratica gesti e atteggiamenti eco solidali che ci consentano di garantirci un futuro più sostenibile. Mi piace infatti pensare che questo mondo non l’abbiamo ereditato dai nostri genitori, ma lo abbiamo avuto in prestito dai nostri figli ed è per tale motivo che abbiamo il dovere di riconsegnarlo a loro in condizioni migliori rispetto a quelle in cui lo abbiamo trovato!




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