Il miele rappresenta nella mitologia
classica il cibo degli dei e i graffiti rupestri, risalenti a settemila anni fa, trovati in diversi Paesi, testimoniano
i molti anni passati da quando l’uomo è venuto per la prima volta a conoscenza di questo prezioso alimento. Il miele è una sostanza dal sapore delicato e/o
intenso, dolce, floreale, fruttato,
erbaceo, pungente, amaro, oggi
ciascuno ha la possibilità di scegliere secondo il proprio gusto.
Può essere consumato come
tale, a colazione e a merenda,
come dolcificante delle bevande
(tè, latte, tisane, succo di limone
e di arancio, caffè, bevande alcoliche). Si accoppia, oltre che con
tutti i tipi di pane, con la frutta, lo
yogurt, il burro e molti formaggi
(ricotta, pecorino, parmigiano,
per citarne alcuni). Moltissimi sono gli usi in cucina,
come ingrediente nella preparazione di dolci: numerosissimi
sono ad esempio i dolci tradizionali regionali che prevedono l’impiego del miele.
Ugualmente diverse ricette utilizzano il miele come ingrediente di salse e nella preparazione di carni e, in generale, di cibi salati: i
testi specializzati reperibili in
commercio che riportano ricette
di cucina in cui è previsto l’uso
del miele sono numerosi.
Non si deve infine dimenticare
che oltre al settore alimentare, il
miele ha trovato da sempre largo
impiego anche in altri campi
quali la cosmesi e lo sport.
Molti usi del miele sono legati
alle proprietà terapeutiche. In
effetti, le virtù terapeutiche attribuite al miele nel corso del tempo, tramandate dalla medicina
popolare, riportate da testi e dalle riviste più o meno specializzate sono numerosissime. Il miele agisce favorevolmente su vari disturbi dell’apparato respiratorio, circolatorio e
digestivo, sul fegato, sulla dentizione dei bambini favorendo la
fissazione del calcio.
Nota è anche da tempo l’attività
antibatterica, del miele dovuta alla concentrazione zuccherina e al suo pH acido. Quest’ultima attività, attribuita per lungo
tempo a una sostanza di natura
sconosciuta definita col nome
generico di “apoalbumina”, sarebbe
dovuta all’azione dell’enzima glucoso ossidasi che, in particolari
condizioni di diluizione, produce
acqua ossigenata e acido gluconico a partire dal glucosio. Sarebbe proprio la produzione di acqua ossigenata a conferire attività battericida e batteriostatica alle soluzioni di miele.
Questo meccanismo, il cui significato biologico consiste probabilmente nel proteggere dall’attacco microbico il miele in formazione (quando ancora non è efficiente il sistema di inibizione dovuto alla elevata concentrazione
zuccherina), sarebbe alla base di
una parte dell’attività antibatterica esplicata dal miele sulle ferite
e potrebbe spiegare anche altre attività tradizionalmente
riferite a questo prodotto.
Anche altre sostanze presenti nel
miele, quali i flavonoidi e i polifenoli, sembrano possedere un’attività in grado di inibire e/o bloccare la crescita batterica. Verosimilmente la maggior
parte dei benefici riconosciuti
dalla tradizione al miele possono
essere ricondotti a una generica
azione trofica e all’effetto emolliente, blandamente lassativo,
epato-protettore e disintossicante
del fruttosio. Al di là di ciò ricordiamo comunque che il miele va considerato sempre e comunque come alimento piuttosto
che come farmaco e che il suo valore nutritivo è pari della sua gradevolezza. La composizione del miele, formato prevalentemente da due zuccheri semplici: il glucosio e il fruttosio
associati ad acidi organici, maltodestrine, sali
minerali, enzimi, aromi e tante
altre so-stanze, ne fa un alimento unico e del tutto particolare rendendolo un alimento glucidico a elevato potere energetico.
Fornisce circa 320 calorie per 100g di alimento contro
le 400 calorie fornite da una pari quantità di saccarosio (zucchero da cucina). A livello
dietetico permette quindi di realizzare un discreto risparmio calorico. Il miele, essendo poi composto prevalentemente da zuccheri semplici (glucosio e fruttosio monosaccaridi) presenta una facile digeribilità.
Il glucosio, infatti, entra direttamente in circolo e viene utilizzato entro brevissimo tempo dall'assunzione, mentre il fruttosio è consumato più
lentamente e funziona da riserva
energetica in quanto, prima di
essere utilizzato dall’organismo,
deve essere trasformato in glucosio. Il processo metabolico di tali zuccheri si svolge a livello epatico. Il miele offre dunque un immediato apporto energetico,
senza richiedere un vero e proprio processo
digestivo e quindi senza impegnare il nostro apparato digerente. Questo prezioso nettare fra tutti gli alimenti energetici in commercio, occupa il primo
posto nell’alimentazione dello
sportivo: prima di una gara, di un
allenamento o comunque prima
di uno sforzo fisico accresce
l’efficienza muscolare e la sostiene nel tempo. Per lo stesso motivo è indicato nell’alimentazione
geriatrica e nella dietetica dell’età scolare, come in tutti i momenti in cui è elevata la richiesta energetica da parte del nostro organismo. La presenza, accanto agli zuccheri semplici, di
sali minerali, enzimi, sostanze
aromatiche e oligoelementi, contribuisce ad aumentare le potenzialità nutritive del miele. Inoltre, da qualche tempo, tale alimento viene aggiunto al latte in polvere e in genere agli alimenti destinati alla prima infanzia, in
quanto migliorerebbe la tolleranza al latte vaccino. Il potere dolcificante del miele è elevato, superiore a quello del saccarosio. Il contenuto in sali minerali, è complessivamente basso, anche se
può variare notevolmente, nei
diversi tipi di miele, dallo 0,02
all’1% circa, e quindi, pur se importante dal punto di vista nutrizionale, è insufficiente per il fabbisogno umano. Le sostanze minerali sono rappresentate prevalentemente da calcio, potassio, ferro, magnesio, zinco, zolfo, sodio, manganese, rame, etc.
Ricerche specifiche hanno
evidenziato una correlazione tra
presenza di elementi rari e origine geografica di un miele: si è
rilevato che mieli di uguale origine botanica provenienti da diversi territori possono avere un differente contenuto di elementi rari.
La quantità di sali minerali è uno
dei principali fattori che determinano il colore del miele. Infatti,
sebbene esso dipenda anche da
altri fattori, generalmente i mieli
chiari (provenienti dal nettare di
robinia, rosmarino, agrumi, sulla,
rododendro) sono poveri in sostanze minerali, mentre quelli
più scuri, in particolare il miele di
castagno e i mieli di melata
(provenienti da sostanze escrete
da insetti che si nutrono della linfa delle piante), ne sono più ricchi.
La gran parte dei mieli di melata
sono di colore scuro (dall’ambra
fino quasi al nero), dotati di un
debole potere dolcificante, di
sapore forte e acidulo. Le caratteristiche chimico-fisiche
del miele di melata indicano che si
tratta di un prodotto di buona
qualità, molto apprezzato nei
Paesi dell’Europa centrale, tradizionalmente consumatori di mieli scuri. In Italia l’uso di questo
prodotto è meno diffuso, ma trova particolari sostenitori tra gli
sportivi (che lo scelgono
soprattutto per l’elevato contenuto in elementi minerali utili
per ripristinare l’equilibrio idrosalino). In generale, l’apporto di
zuccheri facilmente assimilabili
e di microelementi importanti
dal punto divista nutrizionale
quali il potassio, di cui il miele di
melata è molto ricco, lo rendono
un alimento sano e naturale.
Proprio perciò, questo prodotto
merita una più ampia considerazione anche nel nostro Paese e,
conosciutene le proprietà e le
caratteristiche, se ne consiglia un suo uso più diffuso tra gli sportivi e quanti, a vari
livelli, praticano attività fisiche.
Infine, sarebbe opportuno
diffondere maggiormente la conoscenza e l’uso del miele tra i
bambini e i ragazzi che, molto
numerosi, praticano attività
sportiva soprattutto a livello dilettantistico: ne acquisterebbero
vantaggi sia nei risultati che nella loro crescita.
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