lunedì 20 novembre 2023

MIELE E SPORT

 

Il miele rappresenta nella mitologia classica il cibo degli dei e i graffiti rupestri, risalenti a settemila anni fa, trovati in diversi Paesi, testimoniano i molti anni passati da quando l’uomo è venuto per la prima volta a conoscenza di questo prezioso alimento. Il miele è una sostanza dal sapore delicato e/o intenso, dolce, floreale, fruttato, erbaceo, pungente, amaro, oggi ciascuno ha la possibilità di scegliere secondo il proprio gusto. Può essere consumato come tale, a colazione e a merenda, come dolcificante delle bevande (tè, latte, tisane, succo di limone e di arancio, caffè, bevande alcoliche). Si accoppia, oltre che con tutti i tipi di pane, con la frutta, lo yogurt, il burro e molti formaggi (ricotta, pecorino, parmigiano, per citarne alcuni). Moltissimi sono gli usi in cucina, come ingrediente nella preparazione di dolci: numerosissimi sono ad esempio i dolci tradizionali regionali che prevedono l’impiego del miele. Ugualmente diverse ricette utilizzano il miele come ingrediente di salse e nella preparazione di carni e, in generale, di cibi salati: i testi specializzati reperibili in commercio che riportano ricette di cucina in cui è previsto l’uso del miele sono numerosi. Non si deve infine dimenticare che oltre al settore alimentare, il miele ha trovato da sempre largo impiego anche in altri campi quali la cosmesi e lo sport. Molti usi del miele sono legati alle proprietà terapeutiche. In effetti, le virtù terapeutiche attribuite al miele nel corso del tempo, tramandate dalla medicina popolare, riportate da testi e dalle riviste più o meno specializzate sono numerosissime. Il miele agisce favorevolmente su vari disturbi dell’apparato respiratorio, circolatorio e digestivo, sul fegato, sulla dentizione dei bambini favorendo la fissazione del calcio.

Nota è anche da tempo l’attività antibatterica, del miele dovuta alla concentrazione zuccherina e al suo pH acido. Quest’ultima attività, attribuita per lungo tempo a una sostanza di natura sconosciuta definita col nome generico di “apoalbumina”, sarebbe dovuta all’azione dell’enzima glucoso ossidasi che, in particolari condizioni di diluizione, produce acqua ossigenata e acido gluconico a partire dal glucosio. Sarebbe proprio la produzione di acqua ossigenata a conferire attività battericida e batteriostatica alle soluzioni di miele. Questo meccanismo, il cui significato biologico consiste probabilmente nel proteggere dall’attacco microbico il miele in formazione (quando ancora non è efficiente il sistema di inibizione dovuto alla elevata concentrazione zuccherina), sarebbe alla base di una parte dell’attività antibatterica esplicata dal miele sulle ferite e potrebbe spiegare anche altre attività tradizionalmente riferite a questo prodotto. Anche altre sostanze presenti nel miele, quali i flavonoidi e i polifenoli, sembrano possedere un’attività in grado di inibire e/o bloccare la crescita batterica. Verosimilmente la maggior parte dei benefici riconosciuti dalla tradizione al miele possono essere ricondotti a una generica azione trofica e all’effetto emolliente, blandamente lassativo, epato-protettore e disintossicante del fruttosio. Al di là di ciò ricordiamo comunque che il miele va considerato sempre e comunque come alimento piuttosto che come farmaco e che il suo valore nutritivo è pari della sua gradevolezza. La composizione del miele, formato prevalentemente da due zuccheri semplici: il glucosio e il fruttosio associati ad acidi organici, maltodestrine, sali minerali, enzimi, aromi e tante altre so-stanze, ne fa un alimento unico e del tutto particolare rendendolo un alimento glucidico a elevato potere energetico.
Fornisce circa 320 calorie per 100g di alimento contro le 400 calorie fornite da una pari quantità di saccarosio (zucchero da cucina). A livello dietetico permette quindi di realizzare un discreto risparmio calorico. Il miele, essendo poi composto prevalentemente da zuccheri semplici (glucosio e fruttosio monosaccaridi) presenta una facile digeribilità. Il glucosio, infatti, entra direttamente in circolo e viene utilizzato entro brevissimo tempo dall'assunzione, mentre il fruttosio è consumato più lentamente e funziona da riserva energetica in quanto, prima di essere utilizzato dall’organismo, deve essere trasformato in glucosio. Il processo metabolico di tali zuccheri si svolge a livello epatico. Il miele offre dunque un immediato apporto energetico, senza richiedere un vero e proprio processo digestivo e quindi senza impegnare il nostro apparato digerente. Questo prezioso nettare fra tutti gli alimenti energetici in commercio, occupa il primo posto nell’alimentazione dello sportivo: prima di una gara, di un allenamento o comunque prima di uno sforzo fisico accresce l’efficienza muscolare e la sostiene nel tempo. Per lo stesso motivo è indicato nell’alimentazione geriatrica e nella dietetica dell’età scolare, come in tutti i momenti in cui è elevata la richiesta energetica da parte del nostro organismo. La presenza, accanto agli zuccheri semplici, di sali minerali, enzimi, sostanze aromatiche e oligoelementi, contribuisce ad aumentare le potenzialità nutritive del miele. Inoltre, da qualche tempo, tale alimento viene aggiunto al latte in polvere e in genere agli alimenti destinati alla prima infanzia, in quanto migliorerebbe la tolleranza al latte vaccino. Il potere dolcificante del miele è elevato, superiore a quello del saccarosio. Il contenuto in sali minerali, è complessivamente basso, anche se può variare notevolmente, nei diversi tipi di miele, dallo 0,02 all’1% circa, e quindi, pur se importante dal punto di vista nutrizionale, è insufficiente per il fabbisogno umano. Le sostanze minerali sono rappresentate prevalentemente da calcio, potassio, ferro, magnesio, zinco, zolfo, sodio, manganese, rame, etc. 

Ricerche specifiche hanno evidenziato una correlazione tra presenza di elementi rari e origine geografica di un miele: si è rilevato che mieli di uguale origine botanica provenienti da diversi territori possono avere un differente contenuto di elementi rari. La quantità di sali minerali è uno dei principali fattori che determinano il colore del miele. Infatti, sebbene esso dipenda anche da altri fattori, generalmente i mieli chiari (provenienti dal nettare di robinia, rosmarino, agrumi, sulla, rododendro) sono poveri in sostanze minerali, mentre quelli più scuri, in particolare il miele di castagno e i mieli di melata (provenienti da sostanze escrete da insetti che si nutrono della linfa delle piante), ne sono più ricchi. La gran parte dei mieli di melata sono di colore scuro (dall’ambra fino quasi al nero), dotati di un debole potere dolcificante, di sapore forte e acidulo. Le caratteristiche chimico-fisiche del miele di melata indicano che si tratta di un prodotto di buona qualità, molto apprezzato nei Paesi dell’Europa centrale, tradizionalmente consumatori di mieli scuri. In Italia l’uso di questo prodotto è meno diffuso, ma trova particolari sostenitori tra gli sportivi (che lo scelgono soprattutto per l’elevato contenuto in elementi minerali utili per ripristinare l’equilibrio idrosalino). In generale, l’apporto di zuccheri facilmente assimilabili e di microelementi importanti dal punto divista nutrizionale quali il potassio, di cui il miele di melata è molto ricco, lo rendono un alimento sano e naturale. 

Proprio perciò, questo prodotto merita una più ampia considerazione anche nel nostro Paese e, conosciutene le proprietà e le caratteristiche, se ne consiglia un suo uso più diffuso tra gli sportivi e quanti, a vari livelli, praticano attività fisiche. Infine, sarebbe opportuno diffondere maggiormente la conoscenza e l’uso del miele tra i bambini e i ragazzi che, molto numerosi, praticano attività sportiva soprattutto a livello dilettantistico: ne acquisterebbero vantaggi sia nei risultati che nella loro crescita. 

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