Infusi
e decotti di foglie di olivo sono benefici per l'organismo poiché in essi sono
contenuti composti fenolici che esplicano azione ipotensiva, di controllo del
colesterolo e antiossidante.
Si è
soliti pensare all’olivo come a una pianta la cui utilità è limitata alla
produzione di olive per uso alimentare e/o per la produzione di olio
di oliva. Ma così non è, perché anche le foglie di questa pianta,
appartenente alla famiglia delle Oleaceae, possiedono preziose sostanze in
grado di promuovere effetti benefici per l'organismo umano. Decotti e/o infusi
di foglie d’olivo aiutano a controllare la pressione arteriosa (contrastando
l’ipertensione), mantengono bassi i livelli di colesterolo 'cattivo'
nel sangue ed esercitano una azione antiossidante, combattendo gli effetti
degenerativi causati ad esempio da una alimentazione scorretta e/o
dall’invecchiamento cellulare.
Infusi,
decotti e tisane servono ad estrarre dalle foglie d’olivo molecole d’importante
interesse nutraceutico quali i composti fenolici in esse presenti; tra questi
il maggior interesse è rivolto all’oleuropeina presente in alta concentrazione
proprio nelle foglie di tale pianta. Questo composto ha diverse proprietà farmacologiche: è un potente antiossidante, contrasta l'insorgenza di neoplasie, possiede azione antinfiammatoria ed
anche antivirale e antimicrobica, oltre che essere capace, in determinati
contesti, di esercitare effetti cardioprotettivi, ipotensivi, anti-ischemici, ipolipidemici
e di contrato all’insorgenza del diabete.
Un
recente studio clinico, effettuato presso l’Università di Auckland, ha
evidenziato come l’azione dell’oleuropeina sia in grado di ridurre i valori glicemici
nel sangue di pazienti in sovrappeso riuscendo a prevenire l’insorgenza, negli
stessi, di diabete di tipo 2.
Uno
studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemestry ha potuto
dimostrare come il tirosolo, altro polifenolo presente sia nelle foglie d’olivo
sia nel vino rosso, abbia numerosi effetti benefici comprovati sulla salute
dell’essere umano. Se esso viene assunto con regolarità giornaliera attraverso infusi
e/o decotti di foglie d’olivo dimostra di possedere proprietà cardio protettive
grazie al suo potere di attivazione del NF-kB all’interno delle cellule endoteliali
riducendo drasticamente l’infiammazione a livello endoteliale (epitelio che
riveste internamente i vasi sanguinei), infiammazione responsabile a sua volta
dell’instaurarsi di un processo degenerativo a carico dei vasi ematici
conosciuto come arteriosclerosi: si è così dimostrato come il tirosolo prevenga
in modo utile ed efficace l’infiammazione e a seconda dei casi ritardi o escluda
totalmente il rischio dell’insorgenza di tale patologia proteggendo il cuore da
infarti e ischemie.
Inoltre,
grazie alla presenza di diverse altre tipologie di fenoli (rutina, idrossitirosolo,
acido elenolico, acido oleanolico) gli infusi ottenuti facendo riposare le
foglie di olivo in acqua calda hanno anche un potere antiossidante, oltre
che antimicrobico. L'Acido oleanolico, ad esempio. è sia un potente
antinfiammatorio che un importante immunomodulatore. Nel 2012 sul British
Journal of Pharmacology è stato pubblicato uno
studio condotto dall'Università di Valladolid che mette in
relazione l'assunzione di questa molecola con il contrasto ai sintomi
dell'encefalomielite autoimmune, una malattia utilizzata come modello per lo
studio della sclerosi multipla.
L'oleocantale,
un fenolo con un potente effetto antinfiammatorio, anch’esso presente nelle
foglie dell’olivo oltre che nelle stesse olive, è la molecola responsabile
dell'amaro e del piccante che si sente in gola quando si assaggia o si mangia
l'olio extravergine di oliva, su questa molecola si sta concentrando
l'attenzione dei ricercatori in quanto ha un forte potere antiossidante,
ed esplica un’azione antinfiammatoria dimostratasi dieci volte più potente
rispetto a quella posseduta dall'Ibuprofene.
Il fattore NF-kB è un fattore di trascrizione che svolge un ruolo primario nella regolazione della risposta
immunitaria, nell’infiammazione, nella proliferazione cellulare, nell’apoptosi (degenerazione e morte cellulare) e nel cancro. L’NF-kB è formato da un insieme di proteine composte da due
subunità. È stato scoperto osservando che la trascrizione del gene per la
catena leggera k delle immunoglobuline necessitava di uno specifico fattore di
trascrizione, denominato appunto Nuclear Factor k chain transcription
in B cells o NF-kB. In forma inattiva, l’NF-kB è sequestrato nel
citoplasma attraverso un legame diretto con un inibitore specifico (chiamato
IkB). Viene attivato da segnali extracellulari, come la stimolazione della
risposta immunitaria, che provocano il distacco dell’inibitore e quindi il
trasferimento nel nucleo, dove si lega a specifici siti del DNA e ne regola la
trascrizione.
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