I bombi sono insetti decisamente gentili e amichevoli. E' incantevole il loro aspetto tenero e placido mentre sono intenti a bottinare fiori e se, durante questa loro attività, vengono disturbati da un essere umano piuttosto che da altri insetti pronubi essi semplicemente non esitano a volarsene via. A differenza di vespe, calabroni e/o api essi non sembrano nemmeno preoccuparsi più di tanto se ci avviciniamo al loro nido, aggredendoci solo in caso di manifesto e estremo pericolo. Sono anch'essi, come le api, creature altamente sociali con figlie che lavorano insieme alla madre per curare ed allevare la prole e per portare cibo all'alveare. Ciò nonostante questa immagine idilliaca di animale apparentemente docile e altruista non sempre è come sembra perché fra le pareti oscure dei loro nidi a volte si consumano violenti scontri durante i quali cannibalismo, infanticidio e assassinio sono la routine della quotidianità.
Questo lato oscuro della loro vita si spiega considerando che nella maggior parte degli animali i genitori proteggono la prole perché essa consente ai loro geni di venir trasmessi alla generazione successiva. Da qui si evince che genitori che producono una grande discendenza trasmettono molti geni così che qualsiasi gene che renda un genitore bravo a produrre e ad allevare la sua prole diverrà sempre più comune nelle generazioni successive, mentre, al contrario, i geni dei genitori che lasciano pochi figli scompariranno nel giro di pochissime generazioni. I bombi, come tutti gli apidi, appartengono al genere degli imenotteri e che a questa specie appartenga la maggior parte degli insetti sociali presenti in natura non è semplicemente un caso ma è dovuto ad una loro genetica abbastanza bizzarra. Infatti, negli apidi il sesso è determinato da un singolo gene se un individuo possiede due diverse copie di questo gene è femmina, mentre se ne possiede una copia è maschio.
Questo singolare meccanismo fa sì che una regina per dare origine a un individuo di sesso maschile deve deporre un uovo non fecondato mentre per originare un individuo di sesso femminile dovrà aggiungere a quell'uovo uno dei tanti spermatozoi accumulati nella sua spermateca. I maschi, pur possedendo corredo aploide, avranno tutti la stessa genetica della madre, mentre le femmine saranno tutte sorelle e sorellastre fra loro (la madre possiede spermatozoi derivanti da accoppiamenti con più maschi) per cui le femmine possiederanno il 50% dei geni della madre e il 25% dei geni paterni essendo così imparentate fra loro al 75%. Questo fa sì che in un nido di bombi tutto rimanga in serena armonia finché si allevano figlie femmine le cose cambiano quando giunge il momento di allevare dei maschi. Il nido di bombi morirà con l'arrivo dell'inverno e da esso sopravviveranno solo le regine fecondate che a primavera daranno origine a una nuova generazione. Per ciò, sul finire dell'estate, la dinamica all'interno dei nidi di bombo cambia e prevarrà l'esigenza di creare nuove regine e nuovi maschi che si possano accoppiare fra loro prima della fine dell'estate.
Così sul finire della bella stagione la regina inizia a deporre uova fecondate (femmine) e uova non fecondate (maschi). Fino a questo momento essa aveva prodotto un ferormone che istruiva la sua progenie femminile a svilupparsi come operaie piuttosto che come regine, ma da quando inizia a deporre uova non fecondate la secrezione di tale ferormone viene a terminare. Dall'inizio della primavera fino ad ora l'obiettivo della regina era stato quello di produrre una gran forza lavoro ora, invece, il suo obiettivo è quello di usare questa forza lavoro per produrre quante più nuove figlie e figli possibile per riuscire a lasciare una nuova discendenza per l'anno a venire. Per la regina questa è una situazione ottimale perché comunque è imparentata al 50% sia con le sue figlie che con i suoi figli per cui è felice di far crescere entrambi. Tutto ciò, al contrario, crea una sorta di ribellione nelle operaie in quanto per loro allevare maschi che non hanno un padre e che perciò sono imparentati solo al 25% con loro non è una cosa poi così allettante. Se proprio vi è necessità di allevare degli individui di sesso maschile le operaie preferiscono allevare dei propri figli con i quali sono imparentate al 50% piuttosto che dei fratelli con cui sono imparentate solo per il 25%. Per cui, nonostante le operaie non possano accoppiarsi sono però in grado di deporre uova non fecondate dalle quali nasceranno dei maschi. Passati alcuni giorni da quando la regina ha iniziato a deporre uova da maschio le operaie si accorgeranno della presenza di covata maschile all'interno del nido e a quel punto anche loro inizieranno a deporre le proprie uova. La regina, però, non tollera questa insubordinazione per cui inizierà a mangiare le uova delle operaie con la stessa velocità con la quale depone le proprie; ella infatti preferisce allevare i suoi figli con quali è imparentata al 50% piuttosto che i suoi nipoti con cui condivide solo il 25% dei propri geni.
Se la regina scova un'operaia nel momento in cui si sta cibando delle sue regali uova la attacca ed essendo molto più grande la uccide, questi combattimenti si protrarranno a lungo e ad un certo punto tutte le figlie inizieranno a divorare le uova deposte dalla loro regina. Scoppia l'anarchia all'interno del nido. Nonostante la regina si trovi in netta inferiorità numerica riesce a mantenere il suo potere per il tempo necessario ad assicurarsi il successo riproduttivo. Nel tempo, però,. sfiancata dai tanti combattimenti le sue condizioni peggioreranno, le sue ali si sfilacciano, la pelliccia si assottiglierà e il suo corpo si riempirà di ferite. Da questo momento in poi la famiglia presente nel nido avrà i giorni contati poiché non nascono nuove operaie mentre le poche rimaste sono impegnate in combattimenti per il predominio nella ovideposizione, non vi sarà più approvvigionamento di cibo all'interno del nido. La progressiva scarsità di cibo farà sì che pian piano tutte le operaie abbandoneranno il nido lasciando la propria regina ferita a morire di stenti in solitudine.
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