martedì 1 marzo 2022

IN APIARIO A MARZO

Sulle allegre note di un dolce samba qualche anno fa Toquinho cantava: “è la pioggia di marzo è quello che è, la speranza di vita che porti con te. E’ folata di vento prima della bufera, un mistero profondo una piccola pena, tramontana dai monti la domenica sera, è il contro è il pro è voglia di primavera”. Negli splendidi versi e nella melodia di questa musicata poesia è possibile percepire l’emozione di un marzo che spalanca le porte ad una nuova primavera, così come nei sentori, nei profumi e negli odori trasportati dalla prima tenera brezza di marzo è possibile “assaporare” la magia di una nuova stagione che con prepotenza sta per irrompere lasciandosi  alle spalle un lungo, freddo e tormentato inverno. Le api all’interno del loro alveare sciolgono il glomere e cominciano a “sambare” e anche l’apicoltore, se non vuole esser da meno, si deve far trovar pronto per questa nuova danza: è una stagione che ricomincia!  All’arrivo dei primi tepori di marzo, nelle ore centrali della giornata, con una temperatura che riuscirà a mantenersi non inferiore ai 16° giunge il momento propizio per effettuare le prime e tanto attese visite primaverili  ai nostri alveari. Dopo aver riattivato l’affumicatore, fermo ormai da troppo tempo, con energici sbuffi di fumo segnaliamo il nostro arrivo all’alveare e diamo il via alla prima visita di controllo che cercheremo di eseguire nel più breve tempo possibile per non raffreddare troppo la covata. A questo proposito accertiamoci che ve ne sia, che sia buona, ampia, ordinata e compatta, alla vista di una covata con queste caratteristiche saremo sicuri della presenza nella famiglia di una regina sana, forte, bella e prolifica e potremmo anche non perdere tempo prezioso per cercare di trovarla. In simili condizioni siamo autorizzati a rimanere tranquilli perché sicuramente tutto sta procedendo per il meglio e questa famiglia nell’arco della stagione ci regalerà grandi soddisfazioni procurandoci un ottimo raccolto. Non dimentichiamo di dare un “occhio” alle scorte sincerandoci che siano più che abbondanti e sufficienti per mantenere una covata pronta a crescere in maniera esponenziale, in caso contrario non esitiamo ad aggiungere del candito le api sicuramente ringrazieranno. Particolarmente sapranno esserci grate di questo supplemento di scorte alimentari in caso di un possibile susseguirsi di giornate fredde, umide, ventose e piovose in cui diviene problematico anche per loro uscire in volo alla ricerca di cibo. Purtroppo se l’ispezione ci rivelerà la presenza di scarsa covata e magari disordinata dovremo accettare il fatto che in quella famiglia   “regna” una regina probabilmente vecchia e magari anche debole e/o malata. Questa colonia difficilmente sarà in grado di avere un buono sviluppo e di regalarci un buon raccolto nell’arco della stagione, per cui non dobbiamo esitare, anche seppur con un po’ di dispiacere, prepariamoci a sostituire, il prima possibile, la vecchia regina con una nuova più forte e vigorosa oltre al nostro raccolto ne gioverà anche la famiglia stessa. Nel caso più triste e disperato nel quale, durante l’ispezione all’alveare, non dovessimo riscontrare presenza di covata non ci resterà che arrenderci alla sopraggiunta orfanità del nucleo. In una poco auspicabile situazione, quale quella descritta, due sono le possibilità che a malincuore dovremo accettare: la prima, dopo esserci assicurati che la famiglia orfana sia sana, è quella di prelevare i favi e le api e di inserirli in colonie meno sviluppate, presenti in apiario, per iniziare a pareggiare un po’ le forze; la seconda è quella di “affumicare” abbondantemente l’alveare orfano in maniera tale che tutte le api si gettino nelle scorte di miele riempiendosi la sacca melaria, a questo punto libereremo l’arnia da tutte le api rimaste all’interno ( anche scuotendo i favi all’esterno ) e poi la porteremo lontano. Dopo poco potremo osservare tutte le api girovagare disorientate alla ricerca del loro alveare in prossimità di dove lo stesso era ubicato, ma poi piano piano, non trovandolo inizieranno ad involarsi verso gli alveari più vicini sapendo comunque di essere le ben accette perché consapevoli di non presentarsi a “mani vuote”. In quest’ultimo caso potremo in seguito ricavare dalla fusione dei favi un ottima cera sempre preziosa ed utile per noi apicoltori. Le prime visite ispettive di inizio marzo, se fatte con cura ed attenzione, ci permettono di arrivare a conoscere l’effettiva forza delle famiglie presenti in apiario e di prevedere con una presumibile certezza quale sarà l’evoluzione di una nuova stagione apistica che si appresta a cominciare.

Io personalmente ho dotato tutte le mie arnie di fondo happy keeper che non richiede particolari manutenzioni, ma nel caso in cui qualcuno possedesse arnie con fondo mobile, marzo è anche il mese in cui si potrebbe approfittare per ripulire lo stesso fondo evitando che in esso ristagnino residui di cibo, cadaveri di api, granuli di polline ed altri rifiuti ancora che potrebbero altrimenti rivelarsi un ottimo terreno di coltura per germi e miceti potenziali pericolosi nemici della salute delle nostre apette.

La pioggia di marzo ci deve far ricordare che oltre al cibo anche l’acqua è un elemento molto prezioso per lo sviluppo dell’alveare, per cui se non disponiamo di fonti di abbeveraggio in prossimità degli alveari prepariamone di artificiali senza esitare. Un vecchio mastello riempito di acqua sulla cui superficie avremo posizionato legnetti galleggianti sarà più che sufficiente per renderle felici e a loro modo sicuramente sapranno ringraziarci anche per questo, ricompensandoci con i preziosi alimenti frutto del loro incessante lavoro.

Se altro tempo ci rimane utilizziamolo per completare quei lavori di “magazzino” che magari non siamo ancora riusciti ad ultimare durante la stagione invernale.

Mi piace sperare che le prime giornate di marzo siano tiepide, ridenti e soleggiate perché questo mi lascia presagire un ottimo sviluppo di stagione in quanto marzo è come un “grande amore” che finisce sempre con la stessa forte e irruenta passione con cui è cominciato.

 

 

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