Di fronte a questo sempre più pressante cambiamento climatico, e alle tante e nuove minacce che ai nostri giorni incombono sull’ambiente, prendersi cura delle api, oggi, è diventata una vera e propria sfida più che una piacevole e rilassante professione.
Dopo
la disastrosa stagione del 2021 caratterizzata da una scarsità di raccolto la
paura, per noi apicoltori, è quella che il 2022 si indirizzi verso auspici
ancora peggiori rispetto a quelli dell’anno appena trascorso. Un 2021 nel quale
ci siamo trovati a dover sommare ai soliti danni causati alle nostre api dall’acaro
della varroa anche quelli procurati dalla presenza di un flusso nettarifero
tardivo e inconsistente. Quest’ultima condizione, a sua volta, si è resa responsabile
di uno scarso approvvigionamento di riserve di cibo all’interno degli alveari,
riserve indispensabili alle nostre api per trascorrere serenamente il lungo e
freddo periodo invernale. La stessa produzione nettarifera infruttuosa è, oltre
modo, andata a compromettere in maniera significativa la capacità di
deposizione della regina causa, quest’ultima, di un anomalo e insufficiente sviluppo
delle colonie con un successivo indebolimento delle stesse.
Per chi svolge la professione dell’agricoltore le annate che si susseguono non si assomigliano e non sono mai tutte uguali fra loro; infatti, quando si lavora con le piante o con gli animali si è continuamente esposti ai pericoli della natura e ai capricci del tempo. Questa condizione è ancora più esasperata se ci riferisce alla professione dell’apicoltore, la quale si basa sull’allevamento di insetti particolarmente fragili e sensibili alla salute dell’ambiente in cui vivono e alle variazioni metereologiche imposte dal cambiamento climatico.
In un mondo in cui il disordine è divenuto una regola di vita e la globalizzazione causa continuamente nuove e insistenti minacce, facilitando la migrazione di pericolosi virus, nuovi parassiti e sconosciuti predatori da una parte all’altra del pianeta è necessario avere una volontà di ferro e un grande spirito di resilienza per continuare a svolgere l’attività dell’apicoltore. Senza una repentina e radicale inversione di rotta, queste condizioni finiranno per condurre ad un contesto in cui ci saranno sempre meno individui disposti a dedicarsi alla cura e all’allevamento delle api e, alla fine, il numero di custodi delle api si ridurrà progressivamente fino a raggiungere le dimensioni di un piccolo pugno di persone. A tutto questo aggiungiamo anche il fatto che il miele prodotto con grande fatica dal guardiano delle api e dalle sue infaticabili e numerose operaie si trova a dover competere con mieli di dubbia qualità e di provenienza straniera presenti, ormai, ubiquitariamente sugli scaffali di tutti i supermercati. Mieli venduti a prezzi inferiori, fin anche di sette volte, rispetto al reale costo di un ottimo prodotto di qualità quale quello che scaturisce dalla passione e dalla fatica di chi svolge questo lavoro con amore e profonda dedizione e nel completo rispetto dell’ambiente e del benessere animale.
La figura dell’apicoltore, ai giorni nostri, si sta trasformando in un’attività più simile al sacerdozio piuttosto che a una vera e propria professione che sia anche economicamente remunerativa.
La
devastazione dell’habitat causata dall’uso smodato di pesticidi, l’acaro della
varroa, l’arrivo della vespa velutina, gli inverni troppo dolci, le primavere
troppo fredde e le estati troppo piovose fanno sì che non dovremo meravigliarci
se un numero sempre maggiore di apicoltori abbandoneranno la loro nobile
professione e, allo stesso modo, non dovremo poi nemmeno meravigliarci se ci
troveremo obbligati a rinunciare ad un alimento di indiscutibili qualità
gustative e curative, qual è il miele, perché, con questo trend, esso è
destinato a divenire un prodotto di nicchia con prezzi non accessibili a tutti.
E allora, altro non ci rimane da fare se non che di ricongiungere le nostre mani e come dei semplici sacerdoti, quali ci apprestiamo a divenire, pregare il Signore! Pregarlo perché ci dia la forza ed il coraggio di lottare per attuare quel cambiamento che porti ad una necessaria e inevitabile inversione di rotta così da poter ritornare ad essere felici apicoltori che svolgono il loro sacerdozio nel meraviglioso tempio delle proprie api!
Nessun commento:
Posta un commento