L’arrivo
di marzo segna la fine del lungo inverno e per l’apicoltore è giunto il momento
di valutare con esattezza le condizioni delle famiglie ospitate in apiario. È
quindi giunto, finalmente, il momento della tanto attesa prima visita di
primavera. Prima di effettuarla sinceriamoci che vi sia una temperatura
gradevole, non inferiore ai 16°C. e che non si sia in presenza di una giornata
ventosa. È ormai da diverso tempo che il nostro affumicatore è a riposo,
diamogli una rapida ripulita e apprestiamoci a rimetterlo in funzione,
rifornendolo, possibilmente, con erbe aromatiche secche, come per esempio,
della lavanda, del timo, della ruta e/o altro ancora materiale che avremmo
dovuto diligentemente preparare lo scorso agosto.
Quando finalmente tutto è pronto e possiamo iniziare in sicurezza la nostra ispezione rimuoviamo velocemente il copri favo e iniziamo a valutare lo stato della covata, cercando di tenere aperto l’alveare per il minor tempo possibile. Se siamo in presenza di una bella covata compatta è segno che tutto, in quell’alveare, sta procedendo nel migliore dei modi e ottimisticamente avremo il diritto di pensare che quella famiglia nel proseguo della stagione sarà in grado di regalarci un buon raccolto.
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Contestualmente assicuriamoci che vi siano scorte alimentari sufficienti per il
sostentamento della colonia e della covata, in caso contrario, non esitiamo ad
aggiungere un panetto di candito, esso risulterà fondamentale soprattutto nel
caso di ritorno di giornate fredde e piovose. Se, invece, ci dovessimo trovare
in presenza di una covata disomogenea disseminata disordinatamente lungo il
favo dovremmo pensare alla presenza, in quella famiglia, di una regina non più
giovane. Queta colonia avrà sicuramente problemi a svilupparsi correttamente
nel corso della stagione e non ci consentirà di ottenere un discreto raccolto.
In una situazione come questa il consiglio è quello di eliminare la vecchia
regina e sostituirla con una giovane non appena le condizioni lo consentiranno.
Quando,
invece, l’ispezione, sfortunatamente, ci farà rilevare la presenza di assenza
di covata dovremo sicuramente pensare di trovarci di fronte a una famiglia
orfana. La cosa più semplice che ci rimane da fare in presenza di questa
situazione è quella di affumicare abbondantemente l’alveare così che le api in
esso contenute si riempiano di miele, quindi, spazzolare tutte le api dai favi
e rimuovere l’alveare. Le api, dopo un breve volo, faranno ritorno al loro nido
ma non troveranno più la loro casa così un po' per volta cercheranno di entrare
negli alveari adiacenti, dove saranno le ben accette visto che non si
presenteranno a “mani vuote”.
Alla
fine di queste prime visite di primavera che avremo sicuramente svolto nel modo
più veloce possibile, noi dovremo certamente essere in grado di conoscere tutto
il potenziale di ciascuna delle nostre famiglie presenti in apiario.
Un
altro compito che ci aspetta in questo periodo della stagione è quello di
provvedere alla pulizia dei fondi delle nostre arnie. La cosa migliore sarebbe,
nel caso in cui essi siano fondi rimovibili com’è auspicabile che sia, avere un
fondo già pulito con il quale andremo a rimpiazzare quello di un primo alveare,
quindi, pulire quello appena rimosso e sostituirlo a quello del secondo alveare
procedendo con ordine fino al termine dell’operazione. Questa manovra si rende
necessaria poiché dopo un anno di lavoro i fondi si presentano terribilmente
sporchi con presenza di residui di cera, impurità di diverso genere, cadaveri
d’api, granelli di polline tutte sostanze che accumunate fra loro formano una
sorta di terreno di coltura umido nel quale virus, batteri e funghi trovano le
condizioni ideali per potersi sviluppare. Qualora, invece, dovessimo avere
delle arnie con plancia fissa bisognerà, per eseguire tale lavoro, trasportare,
con tutti i telai, la famiglia in una nuova arnia, oppure, in una vecchia a
patto di averla prima accuratamente disinfettata con la fiamma.
A
marzo la colonia è in piena espansione e per sostenere il frenetico ritmo di questo
accentuato sviluppo le api hanno bisogno anche di acqua, se non abbiamo
predisposto un abbeveratoio in prossimità dell’apiario apprestiamoci a farlo,
non lasciamo che le nostre api debbano percorrere lunghi tragitti unicamente
per andare a far provviste di acqua. Un vecchio catino riempito con acqua e nel
quale avremo messo cottili fogli di polistirolo a galleggiare in superficie
andrà più che bene per assolvere a questa funzione.
Se
nell’alveare trovassimo uno o due favi vuoti con vecchia cera non esitiamo a
sostituirli con dei nuovi telai con foglio cereo da sistemare ai lati del nido,
la cera vetusta è spesso un ricettacolo di germi.
Concluderei,
nel salutarvi, ricordandovi l’appuntamento più festoso e affascinante che marzo
riserva a noi apicoltori, ovvero, la fiera di Apimel, a Piacenza, un grande
momento di gioia, uno splendido luogo d’incontro, di festa, di confronto per
noi apicoltori, ma soprattutto l’annuncio che una nuova stagione apistica sta
per cominciare; prego signori: salite in carrozza, si parte per una nuova ed
entusiasmante avventura!
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