. La
conduzione è un processo mediante il quale il calore fluisce da una
regione a temperatura maggiore verso una regione a temperatura minore
attraverso un solo mezzo (solido, liquido o aeriforme) o attraverso mezzi
diversi posti a diretto contatto fisico. Nella conduzione, l’energia si
trasmette per contatto diretto tra le molecole. L’irraggiamento è un
processo mediante il quale il calore fluisce da un corpo a temperatura maggiore
verso un corpo a temperatura minore, quando i due corpi non sono a contatto,
anche se tra di essi c’è il vuoto.
L’energia raggiante viaggia alla
velocità della luce e presenta una fenomenologia simile a quella delle
radiazioni luminose: infatti, secondo la teoria elettromagnetica, la luce e
l’irraggiamento termico differiscono solo per le rispettive lunghezze d’onda.
Il calore irraggiato è emesso da un corpo sotto forma di quantità discrete di
energia dette quanti. La trasmissione del calore irraggiato è simile alla
propagazione della luce e può essere perciò descritta mediante la teoria delle
onde; quando le radiazioni incontrano un altro corpo, la loro energia resta
assorbita in prossimità della superficie. Lo scambio termico per irraggiamento
diventa sempre più importante al crescere della temperatura di un corpo. La convezione
è un processo di trasporto di energia che avviene mediante l’azione combinata
della conduzione, dell’accumulo di energia e del mescolamento.
Questa situazione induce le api a sviluppare
un maggior lavoro di contrazione muscolare indispensabile a mantenere i livelli
di temperatura ottimali, lavoro muscolare che necessariamente comporterà un
maggior dispendio energetico da parte delle stesse che equivale ad un maggior
consumo di cibo e a un più precoce invecchiamento delle api stesse con
conseguente riduzione della loro aspettativa di vita. È proprio sulla base di
questo concetto che nasce l’idea e l’esigenza di creare un’arnia a così detto “basso
consumo energetico”.
L’arnia a basso consumo è una
struttura semplice che può essere applicata e adattata a qualsiasi modello di
arnia Langstroth, Dadant, Voirnot etc. La modifica avviene predisponendo delle
strutture di isolamento all’interno della stessa, strutture in grado ri
riflettere verso il glomere le radiazioni di calore che da esso diffondono nell’ambiente
circostante così da mettere le api in condizione di poter gestire nel modo
migliore la temperatura dentro al loro nido senza che essa possa essere
influenzata dal clima esterno all’alveare.
Nella parte anteriore del pannello si effettuerà una fessura lineare di pochi millimetri di dimensione (20 mm di larghezza e 3/4 di altezza) che servirà a consentire l’andirivieni delle api dal loro alveare.
Una volta adagiato il pannello al fondo dell’arnia potremo posizionare il corpo della stessa sopra di lui come si fa solitamente.
Metteremo un primo diaframma isolante a ridosso della parete laterale dell’arnia; quindi, inseriremo i favi di covata e li racchiuderemo con una nuova sponda fatta da un altro telaio isolante, al di là del quale posizioneremo i favi contenenti il miele e successivamente un nuovo telaio isolante. In questo modo creeremo la stessa organizzazione (in maniera orizzontale) che le api hanno in natura all’interno di un nido verticale sito in un tronco nel quale troveremo favi in alto contenenti miele e polline; quindi, favi vuoti che impediscono il formarsi di un ponte termico e infine favi con covata sui quali esse vivono e fanno il glomere. Questa disposizione consente loro di mantenere la temperatura e l’igrometria del nido a un giusto livello, il miele in alto è più freddo la covata in basso è più calda. Termo immagini effettuate su di un arnia a basso consumo hanno dimostrato come la temperatura nello spazio destinato alla covata sia intorno ai 33/34°C mentre quella nella camera che contiene i favi con il miele è di 26/27°C. Le api per trasferirsi dalla camera di covata a quella contenete i favi con il miele passeranno al di sotto dei diaframmi coibentati, fra essi e il pannello isolante posizionato sul fondo, dove avranno a disposizione uno spazio non superiore allo spessore di un dito così da riuscire a passare tranquillamente da un lato all’altro.
Infine, chiuderemo la parte alta
dell’arnia con un foglio di alluminio riflettente ma che abbia uno spessore e
una consistenza maggiore rispetto a quelli utilizzati in precedenza sopra al
quale metteremo un pannello isolante in polistirene dello spessore di 3/4 cm.
Completate queste operazioni potremo posizionare il tetto dell’arnia, anch’esso
coibentato all’interno, che sarebbe meglio dipingere esternamente di colore
bianco così che durante i periodi estivi di intensa canicola abbia temperature
anche inferiori di 20°C rispetto a quelle che si registrano su tetti lasciati
di color alluminio.
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