venerdì 2 dicembre 2022

IN APIARIO A DICEMBRE

Pioggia, neve, vento e freddo… potrà mai il mese di dicembre essere più clemente con le nostre operaie dal grembiule nero e giallo? E’ così, il mese di dicembre segna inesorabilmente l’arrivo dell’inverno, ma le nostre compagne alate si organizzano all’interno del loro nido raggruppandosi in glomere, un glomere che sarà sempre più serrato, intorno alla propria regina, quanto più la temperatura all’esterno dell’alveare si fa rigida e insopportabile. In tale modo le compagne di viaggio e di lavoro limitano il passaggio delle fredde correnti d’aria all’interno del loro nido per cercare di conservare, con il minor dispendio d’energia possibile, la giusta temperatura. In questo periodo della stagione, infatti, le temperature iniziano a farsi sempre più prossime allo zero, particolarmente nelle prime ore della mattina e durante la notte, tuttavia le nostre apette non temono più di tanto il freddo e lo combattono molto bene. Esse all’interno dell’alveare, dopo essersi raggruppate aggrappandosi le une alle altre, consumano le riserve di cibo accumulate, con sapiente diligenza, all’interno dell’alveare per far vibrare i loro muscoli e generare il calore necessario a mantenere la temperatura su valori di 13°/17° gradi indispensabili per una serena sopravvivenza.

Più la temperatura esterna scende più il glomere si fa serrato con le api abbracciate strette fra loro per conservare al meglio il calore faticosamente prodotto. Se è vero che le temperature fredde non rappresentano un problema per le nostre colonie è altrettanto vero che l’umidità rappresenta un temibile pericolo: questo è il motivo per cui dobbiamo sincerarci che i nostri alveari siano sufficientemente aerati! Ciò non vuol dire lasciarli esposti a correnti d’aria fredda ma semplicemente controllare che al di sotto di essi non vi siano erbacce e/o sterpaglie che impediscano un corretto ricambio. Per impedire che l’umidità, presente nel nido, ristagni sotto forma di piccole gocce di condensa sarebbe opportuno mettere dei piccoli rialzi nella parte posteriore dell’alveare in maniera tale che, grazie all’inclinazione creata, le goccioline d’umidità condensatesi sulle pareti possano scivolare in avanti fuoriuscendo dalla porticina di volo garantendo un ambiente più salubre. Nell’arnia come del resto nella nostra casa la maggior dispersione di calore avviene verso l’alto e quindi verso il tetto. Per questo motivo, per aiutare le nostre preziose operaie a mantenere un miglior tepore nell’alveare con un minor consumo di energia, è necessario isolare l’interno dei coprifavi con materiale coibentante come lana di roccia, spessi fogli di polistirene, vecchi stracci di lana, paglia, foglie secche oppure semplicemente con fogli di giornale.

Nella circostanza assicuriamoci ancora una volta che i tetti delle arnie siano ben saldi e ben fissati così che non prendano il volo a seguito di forti e fredde raffiche di vento abbastanza frequenti durante tale periodo della stagione. Se vi saranno precipitazioni nevose, magari anche abbondanti, non preoccupiamoci più di tanto: la neve che circonda gli alveari non costituisce un pericolo poiché essa è permeabile al passaggio dell’aria e consentirà comunque che avvenga il regolare ricambio di atmosfera all’interno del nido. Preoccupiamoci invece che non si formi del ghiaccio nei punti in cui avviene lo scambio d’aria fra esterno ed interno dell’alveare in quanto il ghiaccio, contrariamente alla neve, non permette lo scambio dei gas. In caso di neve sarebbe meglio oscurare l’ingresso dell’alveare per impedire che i raggi del sole illuminando l’interno dell’alveare spingano qualche operaia temeraria a uscire per librarsi in un breve ma pericolosissimo volo, infatti, se essa si poserà sulla neve sarà purtroppo destinata a morte certa. Probabilmente, come spesso accade, il mese di dicembre ci regalerà ancora qualche  bella giornata con temperature gradevoli, soprattutto intorno alle ore centrali, che consentiranno alle nostre apette di regalarsi qualche breve e timida uscita dall’alveare magari per un piccolo volo di purificazione. 


. Questo è il momento, per noi apicoltori, di compiere delle piacevoli passeggiate di sorveglianza all’interno dei nostri apiari, per vedere che i freddi venti del nord non abbiano scoperchiato qualche alveare, per soppesare le arnie valutandone il peso e la presenza di buone riserve di cibo, per liberare il predellino di volo dalla possibile formazione di ghiaccio dopo forti nevicate, così che all’interno del nido sia sempre garantito un buon ricambio d’aria, per accertarsi che qualche picchio verde non abbia dispettosamente creato pertugi nelle pareti delle nostre arnie ed eventualmente correre ai ripari, per ascoltare e interpretare l’assordante silenzio dei nostri alveari: esso saprà, in effetti, fornirci molte più indicazioni di quanto non si possa immaginare.

Nel mese di dicembre le colonie dedicano la maggior parte del tempo a loro disposizione alla regolazione della temperatura e la covata è pressoché inesistente (o per lo meno dovrebbe esserlo salvo che non si presentino eccezionalmente inverni miti come quello dello scorso anno) e le famiglie mostrano un’attività notevolmente rallentata.

Il fatto che a dicembre il riposo e la pace siano predominanti all’interno dei nostri alveari non autorizza il buon apicoltore ad assumere un atteggiamento di negligenza e a lasciare incustodito il proprio apiario. Il saggio apicoltore sa sempre buttare un occhio, anche in questo periodo della stagione, alle sue postazioni per accertarsi che tutto proceda nel verso giusto. 

E’ comunque importante, durante le nostre visite in apiario, non fare rumore, ne  creare scompiglio attorno al perimetro delle arnie per non disturbare le nostre amiche mentre si stanno godendo un più che meritato riposo. Con buona probabilità, durante questi giri ispettivi, ci capiterà di verificare la presenza di un certo numero di api morte stese sul predellino di volo, non spaventiamoci oltre misura: in codesto periodo è purtroppo una situazione assolutamente normale. Durante l’inverno, infatti, un alveare può perdere all’incirca un numero variabile fra duemila e tremila individui della sua popolazione. Per un comportamento igienicamente corretto sarebbe meglio, ma non indispensabile, con una piccola spazzola rimuovere i cadaveri dalla plancia di volo anche per garantire un miglior ricambio d’aria all’interno del nido. Se del tempo ne rimane, facciamo pulizia sul perimetro delle nostre arnie, rimuovendo erbacce e sterpaglie che potrebbero, riducendo la circolazione dell’aria, creare la condizione per un aumento d’umidità all’interno delle stesse, cosa questa sempre poco auspicabile. Mi raccomando tutti questi lavori eseguiamoli senza mettere in moto apparecchiature meccaniche fonte di rumore e di disturbo per le inquiline dedite al riposo all’interno dei loro nidi. Il nostro comportamento in apiario, in questo periodo, dovrà essere sempre attento a non provocare turbamento alle api, infatti, se si agitano consumano e se consumano diminuiscono le scorte alimentari che esse hanno sapientemente e certosinamente accumulato nel nido per poter trascorrere in serena tranquillità questo lungo e freddo periodo invernale. Oltre a ciò ricordo che una sovra alimentazione porterà a un maggior ingombro intestinale che, vista la difficoltà ad abbandonare il nido per brevi voli, potrebbe provocare una ripercussione sull’igiene della colonia con le conseguenze che tutti possiamo ben immaginare. Se durante le nostre ispezioni in apiario, soppesando un alveare, dovessimo accorgerci che la famiglia ha scarsa riserva di cibo non esitiamo a somministrare del prelibato candito così che la stessa non rischi di morire di fame.

A parte queste piccole incombenze da compiere in apiario, quando le giornate sono più clementi, la gran parte del lavoro che ci impegnerà nel mese di dicembre sarà sicuramente da svolgere in laboratorio. Se non lo abbiamo ancora fatto è questo il momento propizio per dedicarci alla pulizia ed alla sterilizzazione a fiamma degli attrezzi che dovremo utilizzare alla ripresa della stagione, prepariamo telai e telaini armandoli e attrezzandoli con foglio cereo, così che questo lavoro non lo si debba fare con affanno alla ripresa della prossima stagione. Avremo sicuramente vecchie arnie da risistemare, procuriamone di nuove e dipingiamole così che al momento propizio saranno già pronte all’uso. Nel tempo che ci rimarrà studiamo dove poter posizionare, nella prossima primavera, piantine aromatiche nettarifere che faranno sicuramente la gioia delle nostre operaie: timo, rosmarino, borragine, lavanda, maggiorana, origano, ruta, echinacea non serviranno ad incrementare la nostra produzione di miele, ma saranno sicuramente un prezioso regalo molto gradito dalle nostre amichette.

Sintonizziamoci sulle frequenze dei nostri alveari e prepariamoci a godere di un Natale che presto arriverà, regaliamoci un meritato riposo per recuperare le forze necessarie che dovremo mettere in campo nella stagione che verrà.




Un bel regalo per Natale

 
 

 

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