Tra gli animali domestici l’ape da miele (Apis mellifera) ha un significato economico estremamente rilevante sia per la produzione dei prodotti dell'alveare (miele, cera, polline, propoli e pappa reale), sia anche e soprattutto per l’importante ruolo che riveste nell'attività di impollinazione di moltissime specie arboree ed erbacee che sono fondamentali sia per l’alimentazione umana e animale sia per il mantenimento di quell'imprescindibile biodiversità senza la quale correremmo il rischio di veder scomparire preziosi ecosistemi che sono alla base di un corretto sviluppo ambientale. Questo è il motivo per cui risulta essere cosa molto importante poter riuscire a controllare la gestione genetica di questa specie sia sul piano selettivo che su quello della conservazione della biodiversità.
Purtroppo, riuscire a controllare la gestione genetica di questo animale non è cosa semplice poiché il momento riproduttivo sfugge al controllo umano in quanto la regina vergine viene fecondata in volo libero da un numero variabile di fuchi (12/18 circa) presenti nell’ambiente circostante e di diversa provenienza genetica. La difficoltà di poter perseguire un corretto controllo dell’accoppiamento della regina ostacola una efficace azione selettiva di miglioramento genetico che può essere fatta, a questo punto, quasi esclusivamente sulla via materna. Inoltre, il libero accoppiamento apre la strada all’erosione genetica delle varietà locali da parte di tipi genetici diversi. Apis mellifera infatti presenta oltre 30 varietà geografiche, descritte nel dettaglio negli anni ’80 da Friedrich Ruttner (su base morfometrica) e da Frate Adam (Karl Kehrle) dell’Abazia di Buckfast (per le caratteristiche produttive e comportamentali). Queste razze si sono diffuse e consolidate in Europa a partire dalla fine dell’ultima glaciazione godendo di un clima stabile e temperato che ne ha determinato un ottimale adattamento ai diversi ambienti regionali.
Tutto ciò comporta che, ai nostri giorni, le varietà locali stiano subendo l’impatto sempre più crescente di tipi genetici selezionati e commercialmente più validi diffusi dalla globalizzazione e dei cambiamenti climatici in grado di compromettere le loro migliori performance, oltre che da parassiti e patogeni che ancora la globalizzazione ha fatto uscire dai loro habitat originari per diffonderli a livello ubiquitario.
Si comprende facilmente come in uno scenario di questo genere sia di fondamentale importanza provvedere in maniera rapida e urgente a una accurata protezione delle varietà locali dai fenomeni di erosione genetica e ad una loro valorizzazione selettiva in grado di renderle competitive rispetto ai tipi genetici più interessanti per caratteristiche comportamentali e di produttività. Tutto ciò comporta una situazione complessa e di difficile gestione ma indispensabile da affrontare per poter arrivare sia ad una selezione sostenibile e attenta all'impatto dei cambiamenti climatici sia ad una corretta difesa dei tipi genetici presenti sul nostro territorio cercando così di ottenere una corretta tutela della biodiversità attuale, cercando, al contempo, di promuovere la creazione di nuova biodiversità.
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