L’eremo di Santa Caterina a Rio
nell’Elba è un luogo immerso nel verde della macchia mediterranea
dal quale si può
osservare il mare perdersi, in lontananza, verso un immutabile orizzonte. La
piccola chiesa, eretta in nome della Santa, era meta di pellegrinaggio da parte
dei pescatori che al ritorno dal loro lavoro venivano a ringraziare la Santa
per averli salvati e protetti dai pericoli del mare. L’eremo, negli anni,
conobbe uno stato di ingiustificato degrado e abbandono e solo recentemente
(circa da 30 anni) ha ritrovato il suo antico splendore ritornando, dopo un
pregevole restauro, a dispensare tutto il fascino di cui è foriero. Ai nostri
giorni l’eremo è anche divenuto parte di un progetto ancora più ambizioso ossia
quello dell’orto dei Semplici e della Banca della Terra. Questo progetto si
prodiga nella protezione di specie botaniche endemiche dell’arcipelago
dell’Elba e nella conservazione di piante autoctone dell’isola d’Elba.

Questo progetto di salvaguardia della biodiversità locale non può e non
deve comunque prescindere dalla presenza di insetti impollinatori ed ecco
quindi che a questo scopo è stato introdotto un apiario che gestisce con
amorevole passione e grande esperienza Roberto Ballini. Roberto nella sua
carriera è stato un grande ciclista professionista che si è aggiudicato
nell’arco della sua attività ciclistica anche importanti trofei. Al termine
della sua attività agonistica l’incontro con le api. Da allora Roberto si
dedicò anima e cuore a questa nuova, affascinante e coinvolgente professione:
l’apicoltura. Durante lo svolgimento di questa sua nuova attività Ballini,
entrando in grande empatia con le sue operaie alate, un giorno si accorse che
emettendo un particolare suono, molto acuto, con la sua voce egli riusciva a
calmarle facendole fermare improvvisamente. Questa sua peculiare e inaspettata
scoperta da allora gli valse il soprannome di: “uomo che parla alle api”! La
cosa comunque non passò inosservata al mondo della scienza e furono fatte delle
ricerche da studiosi tedeschi, i quali arrivarono a determinare che suoni
aventi una frequenza compresa fra i 260 e i 400 hertz riescono a calmare
completamente le api, le quali in presenza di queste frequenze rallentano e/o
bloccano la loro attività continuando comunque a comunicare mediante l’utilizzo
delle proprie antenne. Nello specifico il suono emesso da Ballini ha una
frequenza pari a 290 hertz.

Io più romanticamente e con minor
supporto di teorie scientifiche amo pensare che più che un discorso di
frequenze sia un discorso di armonia, per questo voglio credere che il suono
emesso da Roberto sia in una tonalità di sol diesis, la stessa tonalità del
canto emesso dalla regina alla quale le sue ancelle si prostrano e si inchinano
in una sorta di devota e religiosa sudditanza. Al di là della scienza e delle
sensazioni la magia di questo rapporto empatico fra Ballini e le sue amate
compagne alate è rappresentata dal fatto che Roberto parla per davvero alle sue
api e ad ogni suo richiamo esse gli rispondono muovendo le antenne nel
tentativo di comunicargli chissà che o chissà cosa. È un’esperienza veramente
affascinante osservare, nella sacralità del silenzio dell’orto dei semplici,
questo incantesimo che lega Roberto alle sue api, incantesimo che, ancora una volta,
ci testimonia come la natura sia in grado di parlarci e di farsi ascoltare,
basterebbe solo avere il tempo e la pazienza di volerla veramente ascoltare.
Al di là di tutto quello che saprà o
potrà dimostrare la scienza in questo magico rapporto fra Roberto e le sue api
riusciamo comunque ad assaporare tutta la semplicità, la naturalezza e la
passionalità di una persona che con amore e profonda passione è riuscito a
stabilire un punto di profondo contatto in questo infinito rapporto di
vicendevole empatia che da anni accomuna l’uomo e l’ape!
Nessun commento:
Posta un commento