venerdì 3 giugno 2022

NAPOLI -VIAGGIO STUDIO PEDAGOGIA SOCIALE UNICAT-

 

Nel mese di maggio, incentivati dal professor Premoli, un gruppo di studenti del corso di Pedagogia Sociale e Interculturale, ha partecipato ad un viaggio di apprendimento sul campo a Napoli. Siamo così partiti martedì 10/05/22 alle 15:15 dalla Stazione Centrale di Milano per poi arrivare per le 19:43 presso il Bed&Breakfast Chez Moi di Napoli, situato in Piazza Giuseppe Garibaldi, dove ci siamo sistemati. Mercoledì la giornata è iniziata con la visita alle Catacombe di San Gennaro e nel pomeriggio ci siamo recati presso il Complesso Monumentale di Villa Doria D’Angri che comprende l'Università Parthenope e l'associazione Artur. Da quanto osservato dalla visita nelle Catacombe mi ha colpito il modo dei nostri antenati che avevano per costruire le tombe per i propri cari e soprattutto perché i dipinti e gli affreschi fatti su di esse avevano un significato ben preciso e non erano eseguiti solamente per abbellire le tombe. Mentre, invece, del Complesso Monumentale mi ha stupito molto come i nostri antenati riuscivano a costruire così bene le imbarcazioni anche senza la tecnologia di cui si dispone oggigiorno, e tutti gli oggetti che servivano a bordo di esse, come per esempio la lanterna. Interessante è anche il fatto che preparavano il modellino di nave identico a quella che poi sarebbe stata costruita, per verificare se questa riusciva a galleggiare e quanto era resistente all’acqua per vedere la sua durata nel tempo. 

L’associazione Artur, infine, si prodiga in maniera eccellente nell’aiutare i ragazzi in difficoltà. Giovedì mattina, quindi, siamo andati a sentire la testimonianza di Don Maurizio Patricello a Caivano e nel pomeriggio abbiamo visitato la “Cooperativa seme di pace umana” che comprende la Comunità per ragazze maltrattate dai 13/14 anni ai 18 anni ed è anche la sede amministrativa. Essa era una villa in mano alla camorra che veniva utilizzata per fare feste, dopo di che lo stato la requisì e rimase in disuso per anni, fino a quando questa cooperativa la prese in mano per creare un punto di riferimento e di aiuto per le persone in difficoltà, sia benestanti sia delle periferie di Napoli. Sono molto contenta che edifici come questa villa vengano recuperati e affidati a persone che ne possano fare un punto di rifermento per chi ne ha bisogno. Però mi è piaciuto, soprattutto, visitare la comunità e poter parlare con alcune ragazze. 

Questo mi ha stranamente impressionato poiché avevo in mente un’idea completamente differente di comunità: ero infatti convinta che queste fossero dei casermoni enormi dove ognuno era relegato nella sua stanza con scanditi gli impegni comuni; invece, mi sono trovata difronte una “famiglia” dove tutti hanno un compito da condividere con gli altri.  Nonostante ci vivano ragazze con storie difficile alle spalle ho trovato il posto come un luogo familiare e accogliente, dove queste giovani possono sentirsi al sicuro e protette.   Della testimonianza di Don Maurizio Patricello mi ha colpito la sua forza e il suo coraggio di continuare a stare in quel quartiere nonostante avessero tentato di ucciderlo. Il suo modo di fare e di affrontare la verità difronte a tantissime persone, essendo comunque consapevole di esporsi tanto da poter anche rischiare la propria vita, è un incentivo a non lasciarsi sopraffare dalla paura per continuare ad aiutare il prossimo.


Venerdì siamo andati sull’isola di Procida dove, in mattinata, abbiamo avuto un incontro con l’Amministrazione comunale, gli operatori dell’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo della coop. soc. LESS e con le famiglie accolte. Abbiamo trovato delle persone immigrate ognuna con una sua storia particolare alle spalle che, sostenuti e aiutati dagli operatori, cercano di rifarsi una vita. Abbiamo anche avuto il tempo per acquistare dei souvenir prima di decidere, nel pomeriggio, se andare in spiaggia oppure recarci al Palazzo d’Avalos dal quale si poteva vedere tutta l’isola.

La giornata di sabato, invece, è stata strutturata diversamente rispetto al resto della settimana, questo perché alcuni di noi (io ad esempio) al mattino avevano laboratorio,  perciò  i ragazzi che non erano impegnati   sono andati all'università Federico II per seguire il  Corso di Perfezionamento “Multiculturalismo, Diversità  Linguistica e Inclusione Sociale: Prospettive Teoriche, Cognitivo-Acquisizionali e Sociolinguistiche”. Nel pomeriggio, invece, non avendo attività programmate con alcune mie compagne abbiamo passeggiato per la via che da Piazza Garibaldi porta fino a Piazza Plebiscito per ammirare la città, le sue particolarità e anche per assaggiare le sue tipicità.


Domenica abbiamo fatto visita al Centro Mammut di Scampia: una volta arrivati nella piazza principale i responsabili ci hanno spiegato un po’ cosa facevano e lo scopo che aveva la loro attività. Dopo di che ci hanno divisi in due gruppi, uno aveva il compito di spiegare i giochi ai bambini e di giocare con loro, l’altro gruppo si è occupato di colorare un murales al centro della piazza che poi sarebbe stato utilizzato, la settimana successiva, per creare giochi per i bambini. A Scampia abbiamo passato la giornata dalle 9:00 circa del mattino fino alle 17:00 di pomeriggio e per raggiungere la piazza siamo passati in mezzo a questi palazzi soprannominati “Le Vele” proprio per la loro struttura. Questo è il quartiere più vecchio della città che è abitato, ancora, da persone povere. La giornata di domenica è stata interessante perché ho avuto interazioni con tanti bambini napoletani e così ho potuto conoscere un po’ di più i loro modi di fare e di comportarsi sia con i pari che con gli adulti: è importante il lavoro che questa associazione fa per riunire i giovani, sia della città ma anche dei dintorni, creando attività che creino aggregazione. Un’altra cosa che mi è piaciuta di questo luogo è il fatto che abbiano conservato gli edifici antichi senza abbatterli per facilitarne la costruzione di nuovi mantenendo così il filo storico della città.

Lunedì mattina abbiamo avuto un incontro con l’Equipe di “Educativa di Strada” dell’Associazione Quartieri Spagnoli e dopo averci spiegato di che cosa si occupano, ci hanno portato in piazza del Monte Calvario per faci vedere e darci la possibilità di partecipare in prima persona alle attività di strada organizzate dai bambini/ragazzi stessi e anche quelle strutturate da loro in modo tale che i ragazzini non giochino sempre a pallone. È stato divertente ed educativo poter osservare dal vivo come i ragazzini si comportavano nella piazza e come si approcciavano all’educatore quando egli proponeva una certa attività. La storia che c’è dietro ai Quartieri Spagnoli e il lavoro che questa associazione fa per i ragazzini che abbandonano la scuola troppo presto o che hanno problemi di vario tipo, è estremamente importante e fondamentale per la vita di tanti giovani.


Per concludere, tornando in treno, ho pensato a questo viaggio nel suo insieme e  posso dire che non è stato solo di apprendimento ma anche di crescita personale. Ho trovato un gruppo di amici fantastici e ho vissuto esperienze molto arricchenti, per questo lo consiglio vivamente agli studenti che l’anno prossimo sceglieranno questo corso. 








BY GIORGIA


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